Estate 2003: sole crisi e tormentoni

È un’altra estate del nostro scontento. E più ancora, di quello dell’ambiente musicale, abbarbicato alle sue illusioni e ai suoi insipidi tormentoni. L’impressione è che davvero stia per cambiare tutto. A cominciare da certe logiche sanremocentriche, picconate dagli scandali tangentisti e dall’annunciato, durissimo ostruzionismo dei discografici. Intanto si banchetta sull’orlo del solito abisso, ma il pasto è sempre più povero, e la depressione forse addirittura irreversibile. Quel che è certo è che il mondo musicale non è più in grado di far quadrare i conti: così, tra pirateria, copie domestiche, mp3 e altri escamotage internautici, l’intero settore sta in qualche modo cercando di reinventarsi. E la strada più percorribile sembra essere quella della pubblicità. Così dopo i festival sponsorizzati da birre e cornetti, adesso arrivano le compilation firmate dagli stilisti o dalle catene alberghiere. Il connubio sembra dare buoni frutti, almeno a giudicare dalla sinergia vincente che ha generato uno dei tormentoni assoluti di questa estate: Chihuahua, dello svizzero dj Bobo, accoppiata allo spot della bevanda più amata del mondo ha fatto un bel botto, così come era accaduto alla colonna sonora indiana dello spot Paugeot 206 o prima ancora ai Gazosa telefonici, così come potrebbe accadere a Bailando della napoletane Permiso Extraordinario al servizio di una marca di patatine. Apparentemente nulla di nuovo, se non fosse che i meccanismi produttivi si stanno ribaltandocompletamente. Un tempo era la pubblicità a corteggiare e accalappiare le canzoni vincenti, accaparrandosene l’utilizzo anche a costi esorbitanti; oggi avviene sempre più spesso il contrario: i discografici invia- no periodicamente ai pubblicitari valanghe di brani inediti, sperando che qualcuno decida – gratuitamente… – di utilizzarlo trasformandolo cioè in un potenziale hit. Sembra una cosa da niente, in realtà è un ribaltone epocale, giacché pone le basi per un definitivo asservimento ai mercati dell’atto creativo. Perché un conto è scrivere una canzone che potrebbe finire in uno spot, altro è confezionarla su misura, affinché ci finisca. Se però andiamo a buttar l’occhio sulle playlist radiofoniche dei grandi network, ci accorgiamo che tale “perverso” meccanismo è in atto da decenni, poiché solo una determinata tipologia di brani può trovare spazio su scalette ormai completamente omogenizzate, nel ritmo come nel sound. È l’ennesimo trionfo della banalità sclerotizzata e della mercificazione dell’effimero, uno strapotere che ovviamente trova regolare consacrazione proprio durante l’estate. Tutto ciò che sta al di fuori da codeste logiche sopravvive in un altrove che è insieme carbonaro ed elitario, genuino ma in fondo aristocratico. Esattamente come avviene per l’arte, pur essendo quasi sempre una forma di artigianato. Nulla di scandaloso, beninteso, se non fosse che in questo piccolo mondo post-moderno troppi continuano a considerare i vari dj Francesco artisti, e le loro filastrocche del Capitano canzoni. Ma che ce lo diciamo a fa’? CD Novità STEVE WINWOOD, “ABOUT TIME” Edel – Ottimo ritorno per l’ex enfant prodige del primo rock britannico. Pop-rock, fusion, ritmi latini e colori afro per una manciata di brani che festeggiano nel migliore dei modi quarant’anni di onorata carriera. Voce, creatività ed energia sono ancora quelli dei giorni belli. ANNIE LENNOX, “BARE”, Bmg – L’androgina musa anglosassone è riapparsa sui mercati con la consueta classe e una buona dose di maturità in più. Si è messa a nudo fin dal titolo e dalla copertina, cercando nelle inquietudini dell’intimo un senso più profondo del proprio mestiere. Un bel disco di pop da camera, da sorseggiare con calma come una tazza di tè freddo alla menta. PRETENDERS, “LOOSE SCREW”, Eagle – La signora Hynde (classe 1951) è sempre il perno intorno al quale ruota il sound di questa band attiva fin dal ’78. Questo nono album, pubblicato a ben quattro anni dal precedente, non aggiunge molto ad uno stile sempre a mezza via tra la vivacità del rock e la suadenza del pop. Opera gradevole per tutti, ma indispensabile solo ai fans. f.c.

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