Esponenti cattolici nella squadra Monti
Andrea Riccardi, Lorenzo Ornaghi e Renato Balduzzi, nuovi ministri per la Cooperazione internazionale e l’integrazione, i Beni culturali e la Salute
Il ritorno dei cattolici nel governo Monti è rappresentata da tre figure organiche al mondo da cui provengono: Andrea Riccardi, Lorenzo Ornaghi e Renato Balduzzi che, in qualche modo, esprimono anche diverse anime del cosiddetto mondo cattolico. La loro nomina a ministri è dettata non dall’appartenenza ma dalla loro competenza, rettitudine e impegno civile e intellettuale.
Andrea Riccardi, 61 anni, il più noto dal punto di vista mediatico, è un brillante comunicatore, docente di storia contemporanea all’Univeristà di Roma Tre. La sua vasta esperienza e competenza in materia di cooperazione con la Comunità di Sant’Egidio gli è valsa la nomina a ministro per la Cooperazione Internazionale e l’integrazione. In ambito cattolico è soprattutto noto come il fondatore, nel 1968, della Comunità di Sant’Egidio ed «è esperto del pensiero umanistico contemporaneo e voce autorevole del panorama culturale internazionale». È biografo di Giovanni Paolo II e autore di libri su Pio XII e la questione ebraica, i martiri cristiani del Novecento, la pace e il dialogo interreligioso. È ben conosciuto e stimato anche dai Focolari per la sua solida amicizia personale con Chiara Lubich e le molte iniziative intraprese in comune con altri movimenti cristiani in Italia e in Europa. E anche la rete internazionale “Insieme per l’Europa”, di cui Andrea Riccardi, è uno dei fondatori, esprime gioia e apprezzamento per la nomina. Gerhard Proß, portavoce di “Insieme per l’Europa” in Germania, sottolinea: «Andrea Riccardi è un uomo che trasmette speranza. Di segni di speranza ne ha bisogno l’Europa e in questo momento l’Italia in particolare». E Gérard Testard di “Fondacio”, in Francia: «Il suo lavoro come ministro sarà positivo non solo per l’Italia, ma anche per l’Europa e per l’unità del continente». Per Maria Voce, presidente dei Focolari, lo specifico carisma della Comunità di Sant’Egidio «nell’impegno per i poveri e nel promuovere la pace in tanti Paesi sarà di grande aiuto nello svolgere tale compito, tutt’altro che facile nell’attuale momento».
Lorenzo Ornaghi, 63 anni, è il rettore dell’università del Sacro Cuore dal 2002, ora è stato nominato ministro dei Beni culturali. Nell’Ateneo cattolico milanese Ornaghi ha percorso le tappe principali della carriera accademica: da ricercatore a professore di prima fascia quando nel 1994 diventa titolare della cattedra di Scienza politica nella facoltà di Scienze politiche. Nel 2001 con Vittorio Emanuele Parsi ha pubblicato per Laterza Lo sguardo corto. Critica alla classe dirigente italiana. Nel 2002 ha curato la raccolta Globalizzazione, nuove ricchezze e nuove povertà edito da Vita e Pensiero. Da gennaio 2003 è direttore della “nuova serie” della rivista di cultura e dibattito «Vita e Pensiero». Tra i vari incarichi lo ricordiamo come componente del gruppo del servizio nazionale per il Progetto Culturale della Cei e vicepresidente del consiglio di amministrazione del quotidiano Avvenire.
Medesima provenienza dall’università cattolica anche per Renato Balduzzi, 56 anni, il più giovane nel nuovo governo, docente di Diritto costituzionale alla facoltà di Giurisprudenza e ora ministro per la Salute. Già collaboratore del governo Prodi, ha contribuito a scrivere importanti passaggi di leggi di riforma sanitaria come le norme sul lavoro in esclusiva dei medici del servizio pubblico e il decreto legge sui Dico che aveva suscitato molte perplessità. Dal 2002 al 2009 è stato presidente del Movimento ecclesiale di impegno culturale (Meic) e dal 2006 è stato consigliere giuridico del ministro delle Politiche per la famiglia. Numerose le pubblicazioni sul diritto regionale, l’organizzazione sanitaria, il diritto degli enti locali, drafting legislativo e anche le biotecnologie. tutti temi che fanno capo al dicastero che dovrà guidare.
Con l’appoggio dei cattolici al governo si realizza così l’auspicio, formulato a Todi dal segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, che aveva parlato a nome di tutte le associazioni cattoliche presenti, «per un governo più forte» che nasca da «un accordo tra le principali forze su alcuni punti essenziale per il Paese».