L'esperto risponde / Economia e lavoro, Società

Maurizio Simoncelli

Vicepresidente e cofondatore dell’Istituto di Ricerche Internazionali Archivio Disarmo (IRIAD).

Storico ed esperto di geopolitica, oltre ad aver realizzato numerose ricerche sull’industria militare, sulle forze armate italiane e sulla geopolitica dei conflitti, presta attività di docenza in master universitari e corsi d’istruzione superiore. È membro del CISRSM – Centro interuniversitario di studi e ricerche storico–militari.

qui per biografia completa con opere e studi, compreso il saggio in dossier Disarmo pubblicato con Città Nuova e il libro “Terra di conquista (ambiente e risorse tra conflitti e alleanze)Città Nuova 2020

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Perchè così tante armi negli Stati Uniti?

L’attentato del 13 luglio 2024 contro Donald Trump, pone in evidenza la larga diffusione di armi d ogni tipo tra i cittadini statunitensi. Un dato di fatto ben conosciuto. Ma di che numeri parliamo?
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Foto Ansa, Anna Moneymaker / GETTY IMAGES NORTH AMERICA / Getty Images via AFP

Si stima che negli Stati Uniti i civili detengano legalmente e illegalmente circa 400 milioni di armi da fuoco (circa 120 ogni 100 abitanti), nella stragrande maggioranza non registrate.

Nel 2023, escludendo i suicidi, ci sono state 18.854 morti violente, avvenute per mezzo di armi da fuoco piccole e leggere (SALW, Small Arms and Light Weapons: pistole, rivoltelle, fucili, carabine, fucili d’assalto, mitra e mitragliatrici).

Nello studio di Alessia Cicala L’aumento della diffusione delle armi da fuoco tra i civili negli Stati Uniti: la cultura delle armi e l’impatto del Covid-19 (pubblicato dall’ Istituto Archivio Disarmo nel 2023), si riportava che, secondo il rapporto del 2022 del Bureau of Alcohol, Firearms and Explosives (ATF), «la produzione e l’autorizzazione di armi è aumentata del 187% tra il 2000 e il 2020. Tra il 2010 e il 2020, il numero delle armi da fuoco prodotte a livello nazionale su base annua è aumentato del 103%. In nessun momento dal 2011 c’è stato un anno in cui siano state prodotte meno di 6,7 milioni di armi da fuoco per il consumo nazionale».

Inoltre risulta che nel 2020 il 79% di tutti gli omicidi e il 53% di tutti i suicidi sono stati compiuti con armi da fuoco, secondo i Centers for Disease Control and Prevention, gli organismi federali di controllo sulla sanità pubblica.

Tra le particolarità da segnalare risultava che «in più della metà dei casi si è trattato di suicidi e in 4 casi su 10 si è trattato di omicidi. Gli uomini rappresentano l’86% dei morti e l’87% dei feriti. Mentre i tassi di omicidio sono più alti tra i giovani tra i 15 e i 34 anni delle comunità afroamericane, indio-americane, native dell’Alaska e ispaniche (39%), quelli di suicidio coinvolgono maggiormente gli adulti caucasici o nativi dell’Alaska di età pari o superiore a 75 anni (42%)».

Inoltre fanno molta notizia sui mass media le uccisioni di massa (mass shooting), le cui vittime sono per lo più bianche, minori e di sesso femminile, massacri dove vengono utilizzate soprattutto pistole, seguite dai fucili semi-automatici. È interessante anche sottolineare che ben il 95,6% degli stragisti è di sesso maschile.

Poi ci sono le uccisioni involontarie che avvengono   per lo più nelle abitazioni, causate da armi non ben custodite (più della metà), tanto che «il 70 e il 90% delle armi utilizzate nei suicidi giovanili, nelle sparatorie involontarie tra minori e nelle sparatorie nelle scuole perpetrate da tiratori di età inferiore ai 18 anni viene acquisito in casa propria o in casa di parenti o amici».

Le motivazioni per il possesso di armi, garantito dal secondo emendamento della Costituzione statunitense, sono le più diverse: sportivi, cacciatori, detentori per autodifesa, frequentatori di poligoni, attivisti del secondo emendamento, ecc.

È interessante notare che durante la pandemia da Covid19 siano aumentati gli acquirenti di armi al punto che, secondo il rapporto citato, «uno dei principali negozi di munizioni online, Ammo.com, ha comunicato che nel periodo tra il 23 febbraio e il 30 maggio 2020 ha riscontrato un aumento del fatturato del 602%».

Il risultato finale di questa enorme disponibilità di armi e della differente legislazione tra i vari stati è che vi sia di fatto un fenomeno letale assimilabile ad una”guerra interna” per numero di morti e di feriti, che non ha paragoni con altri Paesi industrializzati.

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