L'esperto risponde / Ragazzi

Filippo Campo Antico

Vagabondo, porto nel cuore Genova, dove sono nato. Dopo la laurea in Scienze politiche alla Cattolica di Milano, mi sono spostato nelle Marche per frequentare la Scuola di giornalismo di Urbino. Ho lavorato nelle redazioni del Tg4 e di San Marino Rtv. Per Città Nuova mi occupo della gestione dei social network e dell’implementazione multimediale della testata.

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Slang giovanili

Cosa vuol dire “spottare”?

Mi capita di leggere sui blog o sentendo parlare gli amici di mio figlio il termine “spottare”. Ma io non ho mica capito cosa significa. Qualcuno me lo sa spiegare? Paolo

L’arte del corteggiamento passa ormai anche dallo spotting. “Spottare”, dall’inglese to spot, lo si potrebbe tradurre in italiano come “adocchiare”. Dall’inizio del 2010, le pagine universitarie spotted su Facebook sono nate come funghi. Per citare solo alcuni esempi: “Spotted: Unimi”, “Spotted: Sapienza”, “Spotted: Unicatt”.

In biblioteca o in aula, una ragazza o un ragazzo che nota qualcuno/a di proprio interesse può farsi avanti sulla pagina spotted dell’università, mandando un messaggio in privato all’amministratore che ricondivide garantendo l’anonimato. Il fenomeno spotted si è poi allargato ad altri contesti sociali, come la palestra o addirittura Trenitalia (può capitare che qualcuno incontri l’anima gemella sul Milano-Roma).

Ormai le pagine spotted universitarie vengono utilizzate più che altro per consigli sugli esami, sulle dispense da utilizzare o sul professore a cui chiedere la tesi, anche se a volte scappano battute al vetriolo al limite della diffamazione. Qua sta al buonsenso di chi gestisce la pagina capire cosa ricondividere e cosa no.

Un fenomeno social che si è ormai esaurito, anche se a volte ricompare qualche inguaribile romanticone nostalgico a farsi avanti sperando che il messaggio arrivi alla persona giusta.

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Slang giovanili

Cosa significa “ok, boomer”?

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Buongiorno, sento spesso i giovani parlare di "boomer" oppure usare l'espressione "ok, boomer", riferendosi a una persona di una generazione più anziana. Sinceramente non capisco il significato di questa espressione. Qualcuno mi può aiutare a capire?


Se ti hanno detto: «Ok, boomer», sappi che ti stavano prendendo in giro. Sicuramente sei nato tra la fine della Seconda guerra mondiale e la metà degli anni ’60. Chi, invece, te lo avrà detto, farà parte della “Generazione Z”, cioè dei nati tra la seconda metà degli anni ’90 e la fine dei 2000, e lo avrà fatto dopo essersi dovuto sorbire la solita “pappardella” sui giovani “sdraiati”. L’espressione boomer si riferisce a chi è nato nel periodo del baby boom e rappresenta la risposta polemica e insofferente dei giovani a chi fa parte della generazione dei 50-60-70enni, ritenuta, con una generalizzazione da molti criticata, responsabile della crisi climatica e finanziaria di oggi. Il termine è stato usato su Twitter e TikTok, già a partire dal 2018. Il culmine della popolarità arriva nel 2019, quando la deputata neozelandese Chlöe Swarbick utilizza l’espressione “ok, boomer” per rispondere a un collega visibilmente più anziano che aveva provato a interromperla durante un suo intervento su una questione ambientale.
Mondo social

Come funziona l’ironia dei meme

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Vedo spesso mio nipote ridere mentre guarda Facebook sul cellulare. Quando gli chiedo come mai, mi dice: "Nonna, guarda questo meme quanto fa ridere". Io sinceramente non riesco a cogliere l'ironia che c'è dietro queste immagini. Potete aiutarmi a fare chiarezza? Grazie. Lucia.


Sicuramente avrai sentito parlare dei meme, ne avrai anche visto uno. Il meme non è solo un contenuto virale, come l’ultimo tormentone estivo, la gaffe di un politico o più semplicemente una notizia che rimbalza sui giornali. Il meme è un contenuto che chiede di essere reinventato. Ma veniamo a un esempio. Se ricordate la finale di  finale di Euro2020 Italia-Inghilterra, a pochi minuti dal termine dei supplementari, un’azione pericolosa di Bukayo Saka fa tremare i tifosi azzurri. Ed è qui che interviene il capitano della nazionale Giorgio Chiellini, compiendo un fallo piuttosto evidente, afferrando la maglia dell’avversario e facendolo cadere. Così l’istantanea di questo strattone clamoroso diventa quella che viene definita una cornice memetica, o più semplicemente una base, intorno alla quale il popolo della Rete si sbizzarrisce, inserendo scritte o elementi aggiuntivi, con una buona dose di ironia e creatività. E così ci ritroviamo un Chiellini che dice in romanesco: «Aspè che te le levo l’etichetta» oppure il fotomontaggio della maniglia di una porta che si infila sotto il colletto della maglietta del calciatore inglese. Dopotutto, a chi non è mai capitato di comprare un vestito e uscire dimenticandosi di levare l’etichetta o di impigliarsi con i propri indumenti in una maniglia di casa?

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Slang giovanili

Cosa significa blastare?

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Sento sempre dire che il giornalista Enrico Mentana "blasta" la gente su Facebook, ma non ho mai capito bene cosa voglia dire. Mi piacerebbe avere una spiegazione semplice di questo termine a cui non riesco a dare un significato. Grazie. Luca.


Blastare è il termine con cui ci si riferisce, sui social network e più in generale negli ambienti digitali, all’abitudine di attaccare duramente qualcuno o rispondere “per le rime” a una critica o a un’obiezione ricevuta, provando a far valere come argomento soprattutto la propria superiorità intellettuale o culturale. Tra i “blastatori”, il giornalista Enrico Mentana è sicuramente uno dei più qualificati. Il direttore è molto attivo sui social e non manca di bacchettare chi lo attacca senza dare senso logico e adeguata forma alle proprie stoccate. Un’attività che gli è valsa pagine come “Enrico Mentana blasta laggente”, con migliaia di follower. Anche il medico Roberto Burioni ha adottato questa tecnica per portare avanti la sua lotta contro i no-vax. Tuttavia, questa strategia comunicativa è un’arma a doppio taglio. Se l’obiettivo dei “blastatori” è quello di galvanizzare i sostenitori della propria posizione, allora può funzionare. Ma se l’obiettivo è invece quello di persuadere chi non la pensa allo stesso modo, “aggredire” è l’esatto opposto di quello che bisognerebbe fare. Un atteggiamento, quello del blastatore, che rischia di avere come unico risultato l’esaltazione del proprio ego, più che la divulgazione scientifica o l’affermazione della propria idea nell’opinione pubblica. —

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