Gentile dottore, volevo sapere qualcosa di più sul fenomeno dell’ipotensione: frequenza, sintomi, soluzioni… Grazie. Maria
Ipotensione arteriosa: è un bene o un male?
L’ipotensione arteriosa è una condizione caratterizzata da valori della pressione decisamente inferiori alla norma. In termini numerici, possiamo dire che un individuo soffre di ipotensione quando la sua pressione arteriosa a riposo scende al di sotto dei 90/60 mmHg. Vi sono persone che però per natura – più facilmente donne – presentano tali valori bassi, spesso per una condizione genetica e che, come tali, presentano però un vantaggio sulla sopravvivenza, perché presentano un minor danno alle arterie con il passare del tempo e sono quindi più protette da fenomeni cardio-vascolari, risultando statisticamente in media più longeve. Analogo discorso può essere fatto per molti sportivi o atleti che, avendo in genere un letto capillare più esteso dei sedentari, fanno registrare una pressione più bassa a riposo.
L’ipotensione si riscontra più spesso nelle donne in giovane età le quali, rispetto agli uomini di pari età, hanno valori pressori di media lievemente inferiori, soprattutto dopo il periodo mestruale. Anche la gravidanza, a causa dell’importante vasodilatazione indotta dall’ormone progesterone, si accompagna a una diminuzione dei valori pressori. Nelle prime 24 settimane di gestazione, tranne in caso di altre patologie gestosiche, si verifica un calo medio della pressione arteriosa sistolica (o massima) di circa 5-10 punti; più sensibile è invece la diminuzione della pressione diastolica (o minima), che si attesta mediamente oltre i 10 punti.
È bene sapere però che la pressione arteriosa, sia nei soggetti normotesi che iper/ipotesi, non rimane mai costante nel corso del tempo e della giornata ma, al di là di altri fattori seppure importanti, mostra un fisiologico incremento dei valori nelle prime ore del mattino, dovuto a diversi fattori, dei quali il principale è l’attivazione del sistema renina-angiotensina-aldosterone che porta ad un fisiologico aumento, necessario al nostro organismo per risvegliarsi e per mettersi in moto al mattino. Altri periodi in cui la pressione in media invece si abbassa in tutti i soggetti è dopo i pasti principali perché il letto vascolare che irrora lo stomaco e l’intestino, se nel resto della giornata è poco perfuso, con il cibo si apre e richiama più sangue, fino anche ad un terzo della totalità del nostro patrimonio sanguigno. È questo il motivo per cui tendiamo ad avere un po’ di abbiocco o sonnolenza (meno sangue arriva a livello cerebrale) in tale periodo post-prandiale e per cui siamo più vulnerabili a fonti di calore troppo fredde (ad esempio rischio di congestione se ci immergiamo al mare) o troppo calde (più frequenti le aritmie perché il cuore tenta di pompare più sangue in tale periodo).
Sebbene l’ipotensione sia meno frequente della più grave e preoccupante ipertensione, è un disturbo piuttosto diffuso che, specie nella stagione calda, è frequentemente associato a stanchezza generalizzata e capogiri, in particolare nelle persone più anziane, soprattutto se da giovani presentavano valori pressori nella norma o da ipertensione. Tali condizioni conducono frequentemente la persona anziana a danni ben più gravi secondari alle cadute conseguenti, con fratture (frequente quella di femore), traumi cerebrali, emorragie, ecc.
Vi sono anche condizioni di salute, magari temporanee, come la disidratazione (frequente nell’anziano che perde la capacità di sentire lo stimolo alla sete a livello ipotalamico con l’età), la febbre, la diarrea, le emorragie, le ustioni, l’iperidrosi, le anemie, le carenze di vitamina B12 e folati, che possono portare ad un abbassamento dei valori della pressione. Anche molte patologie possono influire sensibilmente quali il diabete, le aritmie o la tachicardia, le disfunzioni della tiroide, infezioni, reazioni allergiche. Da non sottovalutare poi l’effetto dell’uso di alcuni farmaci, come i diuretici, i beta-bloccanti, gli antidepressivi, i narcotici, ecc. che influiscono sui valori della pressione, determinandone in genere un abbassamento.
I sintomi dell’ipotensione cui prestare attenzione sono: stanchezza cronica, debolezza muscolare, mal di testa, annebbiamento della vista, ronzii alle orecchie, vertigini, sonnolenza. Nei casi più gravi si possono verificare anche svenimenti o sincopi, che possono essere considerate come una sorta di difesa dell’organismo che porta la pressione dell’organo più nobile (il cervello) sullo stesso piano del resto dell’individuo. In tale occasioni è bene sapere che a differenza di ciò che ci verrebbe più spontaneo fare, cioè cercare di risollevare la persona dalle spalle, e bene invece mantenere disteso a terra il corpo della persona svenuta per almeno 15 minuti e possibilmente invece alzare gli arti inferiori dell’individuo, permettendo così un più rapido afflusso di sangue a livello cerebrale.
(Valter Giantin è autore, tra l’altro, del libro di Città Nuova “Vivere a lungo con successo”)