Sono più di 10 anni che prendo una pillola contro l’ipertensione. Da qualche tempo, però, mi capita spesso di trovarmi la pressione a 100/150. Può dipendere dalla guerra? Da quando è iniziata, le terribili immagini delle stragi intenzionali di civili mi provocano ogni volta un forte stress e senso di impotenza (oltre a mal di stomaco!). Oppure l’aumento di pressione dipende dal fatto che sono ormai alle soglie dei 70 anni? Mi consiglia di cambiare farmaco (ho provato anche un diuretico, ma serve a poco)? Invece delle pillole, in questo caso serve a qualcosa l’agopuntura? Grazie della risposta
Guerra e ipertensione
La pressione arteriosa dopo i 45-50 anni tende in genere a salire, almeno fino agli 80-85 anni; poi spesso scende e si deve addirittura arrivare a diminuire la terapia perché altrimenti si rischiano fenomeni come ipotensione, vertigini, sincopi, ecc.
Molte sono le cause anche ereditarie per l’aumento della pressione, ma la principale è in genere legata ad una minore elasticità delle arterie di grandi dimensioni e capacitanza (aorta e suoi rami principali) che diventano progressivamente, con gli anni, sempre più rigide (vi è ad es. una sostituzione della proteina elastina costituente la parete dei vasi con fibrina molto più rigida) e non assorbono bene l’onda d’urto pressorio del gettito di sangue che viene spinto in periferia ad ogni battito cardiaco. È questa rigidità dell’arteria che porta ad un progressivo aumento della pressione, all’interno dello stesso vaso, con l’età. È per questo che in genere con gli anni aumenta soprattutto la pressione sistolica (la massima) mentre tende nel tempo a diminuire la diastolica (o pressione minima).
Aumenta così la pressione differenziale (massima meno minima – uno dei principali parametri di gravità della patologia), che porta anche a valori pressori più altalenanti alle misure, con qualsiasi strumento le si effettuino.
Anche le emozioni in tutti noi portano ad un incremento della pressione, e – come più ampiamente descritto anche nel recente libro Vivere a lungo con successo edito con Città Nuova – con l’età in media gestiamo meno bene le emozioni e lo stress della vita per tantissime cause, anche legate ad un interessamento sia strutturale che funzionale delle parti del nostro cervello deputate a questa sfera (in particolare il sistema limbico). In genere, in questo caso in cui le emozioni portano ad un innalzamento della pressione, segue un aumento anche della frequenza cardiaca, che invece tende a diminuire in altre cause di ipertensione.
È sempre buona norma pertanto misurare entrambi questi parametri: pressione arteriosa e frequenza, ed anche regolarità del ritmo cardiaco. Sono valori essenziali per impostare una buona terapia. Ma le cause di ipertensione arteriosa possono essere secondarie a decine di altre diverse patologie o sindromi (tiroidee, renali, cerebrali, umorali, surrenaliche, correlate ad insonnia, ma anche legate a stili di vita diversi come uso di fumo di tabacco, alcool, liquirizia, caffè, ecc.) e prima di qualsiasi prescrizione farmacologica andrebbe eseguita una approfondita anamnesi fisiologica e patologica, e valutato un primo approccio non farmacologico, in particolare se i valori di pressione non sono troppi elevati.
Fornire prescrizioni senza una accurata valutazione, anche eventualmente accompagnata da un attento monitoraggio pressorio domiciliare a diverse ore della giornata o con uso di un apparecchio elettronico portatile (ABPM) che misuri per 24 ore la pressione, è pericoloso essendo spesso una terapia che va fortemente personalizzata per ogni singolo soggetto, disponendo anche ormai di centinaia di diversi prodotti farmacologici per tale patologia.
Infine l’agopuntura: sembra aiutare ad abbassare la pressione, aumentando il rilascio di una sorta di oppioide nella regione del tronco cerebrale, come hanno verificato recenti studi effettuati dai ricercatori del Susan Samueli Center for Integrative Medicine. Anche se è da dire che per ora i dati sono stati raccolti per lo più in studi su animali (ratti), con applicazioni necessariamente ripetitive (agopuntura ogni 3 giorni circa), e per periodi non troppo lunghi, solo di alcuni mesi. Sebbene tale terapia sia sostanzialmente ritenuta priva di importanti effetti collaterali, sono necessari ulteriori studi per comprendere se l’effetto rimane duraturo, se va bene in tutte le forme di ipertensione (centinaia di diverse forme), a tutte i livelli di pressione elevata, a tutte le età, per entrambi i sessi, ecc. e/o se produce altri inconvenienti (sono pur sempre punture ripetute sulla pelle); soprattutto se per ottenere un effetto efficace deve essere usata in cronico per decenni, come avviene oggi per quasi tutte – tranne in rarissimi casi in cui il disturbo può essere corretto con la chirurgia., ad es. per una ostruzione di un vaso renale – le altre terapie usate per l’ipertensione.