Continuo a sentire in tv “esperti” (!) che dicono che dopo l’Epifania le scuole devono rimanere chiuse. Lei che ne pensa? Un genitore
Ragazzi, scuola, vaccini ed Epifania
Il 6 gennaio ricorre la festa dell’Epifania, cioè della manifestazione di Gesù bambino al mondo. In questa bellissima festa, compresa da tutto il mondo, la grandezza del bambino sta nel suo amore passivo, umile, disarmante.
È un amore che attira, attrae, perché indifeso e gratuito. Gesù bambino rappresenta tutta l’infanzia, cioè quanto di più prezioso ci sia perché il futuro, il mondo, la vita possano continuare mediante la tutela dell’infanzia.
Ed è di questi giorni la notizia dell’infanzia colpita in modo particolare dalla nuova ondata di Covid. Se all’inizio della pandemia era importante tutelare più possibile gli anziani e i nonni ora, grazie all’enorme campagna di vaccinazione, il fronte si sposta sui bambini e sui ragazzi. E proprio perché i bambini e i ragazzi dipendono soprattutto dalle scelte dei grandi, è di estrema importanza che in questo “tempo cattivo” i grandi siano buoni. Buoni nel senso del bene, nel senso di mettere in campo tutto quanto possibile per promuovere il meglio per i nostri ragazzi.
Solo che adesso la battaglia è diversa. Adesso possiamo imparare dall’esperienza di questi due anni di pandemia trascorsi. Alcuni dati clinici, riguardanti l’infanzia, sono lì a rammentarci quanto le scelte devono essere ben ponderate. Innanzitutto, costatiamo che i ricoveri nei reparti di neuro-psichiatria infantile relativi alle sindromi come ansia, depressione, bulimia, vamping (rimanere svegli tutta la notte a giocare o navigare in Internet) e anoressia hanno avuto un incremento consistente, a causa delle restrizioni e della didattica a distanza.
Soprattutto i ragazzi pre-adolescenti, dai dieci anni in su, hanno sofferto più di tutti le conseguenze dovute alle limitazioni sociali e relazionali.
Come psicologo infantile, poi, costato quanto sarebbe ulteriormente pesante costringere i nostri bambini e ragazzi ad una nuova forzata restrizione. D’altro canto non si può sottovalutare la violenza diffusiva di questa nuova ondata del virus. Allora cosa fare?
Quattro proposte semplici:
- vacciniamo tutti i bambini e ragazzi. È stato papa Francesco a ricordarci che vaccinarsi è «un atto d’amore per sé e per gli altri».
- manteniamo aperte le scuole il più possibile. Con tutti gli accorgimenti necessari, ma è importantissimo garantire la scuola in presenza.
- abbassiamo i toni dello scontro tra Vax e Novax, tra Dad e Nodad, fra i vari professionisti. Abbassiamo i toni perché i bambini ci guardano e imparano da noi ad affrontare le difficoltà. I bambini e i ragazzi hanno il diritto di vedere che nei momenti difficili i grandi, pur con idee contrastanti, evitano scontri violenti e cercano il bene possibile.
- come credenti, chiediamo nella preghiera a Gesù bambino di illuminare le menti, soprattutto dei nostri medici ai quali va sempre il nostro plauso. Illuminare le menti per trovare le soluzioni sanitarie più aggiornate.
Perché Gesù bambino è lì per offrirci i suoi doni. Sono doni di luce e di pace.
(Il 6 gennaio mattina, Ezio Aceti partecipa in tv alla trasmissione A sua immagine)