Va bene la fraternità, ma non pensa che i responsabili di delitti terribili meritino il carcere a vita?
Laureato in psicologia, consigliere dell’Ordine degli psicologi della Lombardia, esperto in psicologia evolutiva e scolastica, è nella redazione del giornalino Big Bambini in giro. ha pubblicato per Città Nuova: I linguaggi del corpo (2007); Comunicare fuori e dentro la famiglia (nuova ed. 2012), Crescer(ci) (2010); Mio figlio disabile (2011); con Giuseppe Milan, L’epoca delle speranze possibili. Adolescenti oggi (2010); Educare al sacro (2011); Mio figlio disabile (2011); Nonni oggi (2013); Crescere è una straordinaria avventura (2016); con Stefania Cagliani, Ad amare ci si educa (2017).
Va bene la fraternità, ma non pensa che i responsabili di delitti terribili meritino il carcere a vita?
Mi è capitato varie volte di andare nelle carceri per visitare i detenuti. In qualità di psicologo ho parlato loro della sofferenza e del riscatto. Ho avuto con loro anche vari colloqui personali.
Dai loro racconti ho potuto comprendere un forte senso di colpa per quanto commesso. Insieme a una fatica per trovare la forza per riscattarsi, dovuta spesso al luogo deprimente e inumano ove vivevano.
Di solito negli articoli che scrivo, non mi occupo di politica in senso stretto. Ma se la politica più alta riguarda il governo della città, dello Stato e delle Istituzioni, allora questo vuol essere un articolo politico. Costatiamo che alcune istanze portate avanti dai Radicali, inerenti il loro impegno continuamente prodigato in favore dei carcerati, sono importanti per un Paese che vuol mettere al centro il vivere civile.
Il sovraffollamento delle carceri, la vita che molti detenuti conducono in luoghi spesso fatiscenti e insufficienti, sono un segno preoccupante per una società che si professa civile.
E per favore smettiamola con la retorica: «Tutti in galera e buttiamo via la chiave». Forse non ci rendiamo conto della disumanità di questi luoghi. E non mi riferisco al personale carcerario, al quale va tutta la nostra stima per il loro duro lavoro. Mi riferisco, invece, a queste strutture vecchie, e ai metodi rieducativi ancora troppo inadeguati.
Anche se tutti, in questo periodo, siamo allo prese con una pandemia che ci coinvolge, non dimentichiamoci di loro, delle persone in carcere. Mi sembra che sia importante una vera riforma carceraria, che preveda non solo pene e luoghi alternativi alla prigione, ma anche spazi e metodi che siano in grado di aiutare queste persone nel riscatto sociale, nel loro desiderio più profondo di tornare a essere persone libere.
Perché sempre la vita merita di essere vissuta, sempre.
Mia madre mi ha abbandonato all'età di 9 anni. Una madre che non c'è mai stata per me, non è venuta alla mia comunione né cresima, la vedevo ogni quindici giorni per mezz'ora. E adesso che è rimasta vedova ha bisogno di tutto, perché è anche una persona ignorante, nel senso che non sa leggere né scrivere. In realtà ha bisogno solo di aiuto pratico perché comunque mi tratta male e parla male dei suoi figli (siamo cinque). Adesso che mi sono ammalata di cancro, non è molto interessata alla mia condizione. Io non voglio vederla, di Lei mi irrita tutto, faccio quello che posso, l'aiuto nelle urgenze, ma dipendesse da me non vorrei vederla più. E questo mi fa sentire in colpa. Prego per lei tutti i giorni. Se penso di rincontrarla in Paradiso... mi sento male!! M. Grazia
Gentile dottor Aceti, mi sono innamorata più volte…e spesso sono rimasta delusa….dopo un po’ tutto torna come prima…. Ho assistito ad una sua conferenza…e mi è piaciuta…mi dica , per favore, cos’è per lei l’amore.. Anna di Viterbo
Conosco una persona con handicap e vorrei diventare sua amica, anche per aiutarla. Ma non è facile avvicinarmi e ho paura di fare qualcosa di sbagliato e offenderla. Meglio se lascio perdere? Non so bene cosa fare. Anna
Mia figlia si sta separando dal marito e io sono molto preoccupata per le mie nipotine di 3 e 7 anni, che sono sempre irrequiete e nervose, forse perché mio genero ha picchiato mia figlia davanti a loro. Cosa posso fare per aiutarle? Una nonna angosciata
Ho 68 anni e non posso sapere come sarò e mi trasformerò. Penso però che sarà sempre più dura. La mia domanda è “Perché preoccuparsi?”. Ho dato tanto a figli e nipoti (ne ho tre di 14 ,10 e 6 anni), che voglio di più? A loro, figli e nipoti, può bastare eccome!!! Non speravo nemmeno di conoscerli. La mia futura vecchiaia, il mio rimbambimento, vorrei che lo vivessero con distacco e intelligenza... Amore ce ne siamo dato tanto... avrò più bisogno di un geriatra capace e competente che di loro, ma in giro ce ne sono ben pochi. Lilla Merlino [caption id="attachment_63130" align="alignleft" width="234"] genova anziani[/caption]
Negli ultimi mesi la nonna è molto peggiorata come salute e come umore. Anche i nipoti se ne sono accorti. Cosa ci aspetta? Lucia