Ogni volta che accendo la tv non c’è altro che grida, schiamazzi e scontri sterili…
Il silenzio d’oro
In questo periodo di particolare sofferenza, avvertiamo nel nostro intimo emozioni spesso contrapposte come la paura, la rabbia, la tristezza. A volte la disperazione e la malinconia. Le reazioni comportamentali sono molteplici e spesso scomposte, col risultato di aumentare ancor più l’ansia e la solitudine. E i social come Facebook, o la televisione, o altri, fanno da cassa di risonanza.
C’è chi si lamenta continuamente, chi, infischiandosene dell’altro, non solo utilizza un linguaggio volgare, ma arriva a denigrare pesantemente tutti, oppure si erge a paladino della libertà e proclama la sua indignazione di fronte a qualsiasi restrizione.
Per non parlare poi di chi cerca di attirare l’attenzione con urla e grida a tutti la sua idea pensando in questo modo di ricevere più attenzione. Insomma, da qualsiasi punto la si prenda, sembra che le emozioni trovino il loro sfogo in varie maniere e spesso anche sopra le righe.
Naturalmente, molte discussioni sono pacate, con l’intento di portare un contributo sereno a quanto stiamo vivendo, di facilitare il dialogo e l’approfondimento.
Il fatto poi che le restrizioni dovute alla pandemia aumentino gli incontri virtuali, i dibattiti on line, e le conferenze via zoom, appare come una cosa di per sé nuova, mai sperimentata prima, almeno con questa intensità e frequenza. Insomma vogliamo farci sentire, trovare qualcuno che ci ascolti.
Eppure, qualcuno è lì che ci ascolta nel modo giusto. È lì e ci può sostenere con competenza e forza. È Gesù bambino che ancora una volta nasce. Lui nasce sempre, sia che il cielo sia bello sia brutto.
Nasce anche oggi, nel tempo unico della pandemia. Ma noi come facciamo a saperlo? Facciamocelo dire da Lui. Lasciamo che Lui ci parli.
Mi vengono in mente le parole di Romano Guardini (Verona 1885- Monaco di Baviera 1968): «Il silenzio autentico è una forza attiva […] Il vero silenzio non significa un’entità negativa, una cosa che rimane inespressa. Anzi è un comportamento attivo, una commozione della vita interiore, nella quale si diventa padrone di se stessi».
Infatti, con san Giovanni della Croce sappiamo che «Il solo linguaggio che Dio ascolta è il linguaggio dell’amore. A questa realtà, a questo linguaggio si perviene non parlando, ma tacendo».
Allora facciamo silenzio, non perché non vogliamo parlare o per una rinuncia al fare, ma per ascoltare quanto Dio ci può dire. Perché Dio parla sempre, e noi possiamo ascoltarlo se lo lasciamo nascere in noi con il nostro silenzio d’amore.
Forse non ci darà le risposte come noi ce le aspettiamo, ma di sicuro ci darà la luce e la forza per amare ancora di più, come Lui ha fa venendo in mezzo a noi.