Perché gli adulti sono così infastiditi da Greta? Forse perché si sentono colpevoli o forse perché hanno i soldi come unico obiettivo importante nella vita, oppure perché pensano che non c’è niente che possiamo fare per modificare realmente il cambiamento climatico? Una giovane arrabbiata
Perché Greta dà fastidio?
Esaminiamo le tue ipotesi una ad una. Per quanto riguarda la prima, secondo me, non è tanto il sentirsi colpevoli quanto il desiderio di mantenere i nostri stili di vita, di produzione e di consumo che le parole e i comportamenti di Greta mettono in discussione. E di questo ho parlato nell’articolo precedente.
Il discorso dei soldi invece vale di più per le imprese, soprattutto quelle che operano in più Nazioni che per estendere il mercato e aumentare i loro guadagni non si fanno nessuno scrupolo.
Per quanto riguarda il terzo punto ricordo solo che oggi nessuno parla più del buco dell’ozono perché, con il protocollo di Montreal del 1987, fu presa la decisione coraggiosa di togliere dal mercato il freon (usato come refrigerante nei frigoriferi e come propellente nelle bombolette spray) determinando così il ripristino dell’ozono nell’atmosfera.
È recentissimo l’ultimo appello ai politici di papa Francesco nel suo messaggio alla COP 25 di Madrid dove ribadisce che «dobbiamo domandarci seriamente se c’è la volontà politica di destinare con onestà, responsabilità e coraggio più risorse umane, finanziarie e tecnologiche per mitigare gli effetti negativi del cambiamento climatico, nonché per aiutare le popolazioni più povere e vulnerabili che ne sono maggiormente colpite.
Numerosi studi ci dicono che è ancora possibile limitare il riscaldamento globale. Per farlo, abbiamo bisogno di una volontà politica chiara, lungimirante e forte. […] Tutto questo ci invita a riflettere coscienziosamente sul significato dei nostri modelli di consumo e di produzione e sui processi di educazione e sensibilizzazione per renderli coerenti con la dignità umana. […]
I giovani, oggi, mostrano una maggiore sensibilità verso i complessi problemi che nascono da questa “emergenza”. Non dobbiamo porre sulle prossime generazioni il fardello di farsi carico dei problemi causati da quelle precedenti. Invece, dobbiamo dare loro l’opportunità di ricordare la nostra generazione come quella che ha rinnovato e agito — con consapevolezza onesta, responsabile e coraggiosa — sulla necessità fondamentale di collaborare al fine di preservare e coltivare la nostra casa comune».
Fra questi giovani c’è Greta, il cui discorso alla COP 25 non fa una piega. È solido dal punto di vista scientifico e saggio dal punto di vista umano.
Forse chi la critica non ha mai sentito quello che dice!