Come ragionano i bambini, che cosa pensano? Un papà
Laureato in psicologia, consigliere dell’Ordine degli psicologi della Lombardia, esperto in psicologia evolutiva e scolastica, è nella redazione del giornalino Big Bambini in giro. ha pubblicato per Città Nuova: I linguaggi del corpo (2007); Comunicare fuori e dentro la famiglia (nuova ed. 2012), Crescer(ci) (2010); Mio figlio disabile (2011); con Giuseppe Milan, L’epoca delle speranze possibili. Adolescenti oggi (2010); Educare al sacro (2011); Mio figlio disabile (2011); Nonni oggi (2013); Crescere è una straordinaria avventura (2016); con Stefania Cagliani, Ad amare ci si educa (2017).
Come ragionano i bambini, che cosa pensano? Un papà
Papa Francesco, nel suo recente viaggio in Africa, di fronte alle numerosissime persone ha gridato con il cuore in mano che il mondo deve cambiare mettendo al centro la giustizia e una miglior distribuzione dei beni, per sconfiggere la povertà e la miseria. L’ha gridato a nome di tutti, ma specialmente dei bambini.
Noi sappiamo che il mondo si è evoluto grazie allo sguardo e all’impegno di tante persone che si sono impegnate durante i secoli. Anche il male e la potenzialità distruttiva si sono evoluti più o meno allo stesso modo. Il fatto è che, perché il bene trionfi, occorre forse uno sguardo diverso, differente.
Ci sono vari modi per guardare il mondo. Quello dei bambini è unico, perché tutto ciò che vedono è grande, importante, maestoso, tremendamente serio, ma gioiosamente bello, felice. Lo sguardo dei bambini è simile a quello di papa Francesco. Quando il mondo viene visto dai bambini, la prospettiva si arricchisce di novità e di straordinarietà.
Educare un bambino è bellissimo, ma faticosissimo, perché il suo modo di ragionare è differente dal nostro. Nella sua “logica egocentrica” il bambino interpreta tutto in maniera differente dal grande. E ha bisogno che i grandi si avvicinino con rispetto e amore. Per fare questo occorre pazienza, sguardo libero, amore.
L’amore educativo è un’arte. È l’arte del pedagogo. E il bambino ci “costringe” a pescare dentro di noi le dimensioni più semplici e belle. D’altronde l’educare è paragonabile ad un uccello come il pellicano che, volando in alto, vede i pesci nel mare, li prende, li mastica e li offre ai suoi piccoli nel modo in cui loro sono in grado di prenderli.
Di fronte ad un mondo che cerca di far diventare adulti i bambini, costringendoli a vivere emozioni che non appartengono loro, è necessario “abbassarsi al livello dei nostri figli” per carpire da loro lo stupore e l’incanto della vita. Questo “abbassarsi”, questo “metterli al centro dei nostri pensieri e delle nostre azioni” è l’antidoto ecologico migliore per una umanità che si rispetti.
Sì, perché ogni volta che gli esseri umani si incontrano, è sempre un mistero che può essere svelato solo con la disponibilità e l’apertura. Allora è arrivato il tempo di usare l’intelligenza per mettere al centro la dimensione migliore di noi, che con lo sguardo e l’azione innocente “tira su” il mondo.
L’aveva capito bene Gesù quando, per indicarci la via, prese un bambino e lo pose al centro.
Mio figlio Luca, di quattro anni, è sempre distratto e agitato. Anche alla scuola materna mi hanno detto che spesso non sta attento e non si concentra… Cosa posso fare?
Ennesimo episodio di baby gang a Napoli: 8 ragazzi aggrediscono un quindicenne a calci e pugni, senza alcun motivo. Sono allibita. Perché?
Mio figlio piccolo mi ha chiesto perché il ponte di Genova è crollato. Cosa gli devo rispondere? Una mamma
Mio nipote Nicolò è figlio di una madre sempre depressa… come crescerà? E io che sono la nonna cosa posso fare? (una nonna preoccupata)
Avete mai provato a non dormire, dico non dormire, per sei mesi di fila perché il piccolo piange e vuole essere coccolato? (Un padre semidistrutto) Mio figlio nei primi otto mesi non ha mai dormito… aveva le coliche… poi tutto si è calmato (mamma Lucia) Mio figlia non dormiva perché stavano spuntando i dentini (mamma Laura) Mio figlio aveva paura a dormire nel suo lettino, ne sono sicura, perché poi nel lettone dormiva (mamma Anna)
Mio figlio ha più di due anni e non parla. Mi devo preoccupare? Anna