Mio figlio Luca, di 20 mesi, non parla molto e quando vuole qualcosa fa qualche gesto o mi chiama con qualche semplice parolina. Ho visto altri bambini della sua età che già si esprimono con diversi vocaboli. È tutto normale? Mi devo preoccupare? Margherita
Lo sviluppo del linguaggio nel bambino
Uno dei principali studiosi dello sviluppo del linguaggio è stato il grande psicologo sovietico Lev Semenovic Vygotskij (1896-1934), che considerava lo sviluppo della psiche guidato e influenzato dal contesto sociale e dalla cultura, che provoca continue stimolazioni nel bambino.
Grazie a strumenti come il linguaggio e altri stimoli, il bambino conosce sempre più il mondo e le cose che lo circondano. Generalmente le tappe principali dello sviluppo linguistico si collocano tra 8 e 36 mesi di età. Vi sono bambini però che iniziano a parlare più tardi.
Occorre tener conto che nella maggior parte dei casi il fenomeno è normale, purché siano presenti i prodromi del linguaggio, come la comprensione, l’elaborazione e la produzione.
In seguito la competenza linguistica di base si espande e si perfeziona, soprattutto per quanto concerne l’ampliamento del vocabolario, l’uso delle regole morfologiche e sintattiche e la riorganizzazione grammaticale, indispensabile per passare dal livello della semplice frase a quello del discorso e della riflessione.
Le tappe più importanti però sono le prime due: l’inizio della comprensione delle parole e l’inizio della produzione delle parole. Queste tappe di solito si raggiungono nei primi 18 mesi e sono indispensabili per verificare le capacità del bambino che, ripeto, nella stragrande maggioranza dei casi è del tutto normale.
L’inizio della comprensione di parole è collocabile fra gli 8 e gli 11 mesi e questa tappa è fortemente influenzata dal contesto. Il bambino, di solito, è in grado di rispondere in modo appropriato soltanto a semplici ordini come “batti le mani, fai ciao”: se questi stimoli sono ripetuti e il bambino risponde sempre correttamente, significa che la comprensione elementare delle parole è acquisita.
Già nel secondo anno di vita la comprensione aumenta sensibilmente: generalmente il bambino passa da una comprensione di 60 parole a 10 mesi a circa 200 parole a 16 mesi. Nello stesso periodo il bambino comincia a produrre le parole, dapprima come ripetizione durante il contesto, poi anche senza il contesto.
Questa produzione di parole è diversa da bambino a bambino: vi sono bambini che arrivano a produrre entro i venti mesi almeno 50 parole, e altri più precoci che arrivano a produrre anche 500 /600 parole.
L’ultima tappa di base importante per il linguaggio è la combinazione di parole, che caratterizza la struttura minima nucleare della frase. Naturalmente, oltre alle capacità del bambino, sono molte le variabili che entrano in gioco durante lo sviluppo del linguaggio e tutte hanno la loro importanza nel facilitare la padronanza, da parte del bambino, delle parole e delle varie combinazioni.
I genitori possono favorire questo parlando al bambino in modo affettuoso, carico di emotività, o leggendo al bambino i giocattoli (sì, un giocattolo si può leggere e può essere la fonte di racconti e storie fantastiche che sviluppano nel bambino la fantasia, il desiderio del racconto e la creatività).
Il bambino allora comprenderà sempre più che la parola è frutto di attenzione, di amore, di cura. In fondo il vero significato del linguaggio dovrebbe essere di facilitare sempre più i rapporti, il dialogo fra le persone, la gioia di stare insieme. Ecco perché penso che Dio abbia dato all’uomo il linguaggio: per esprimere, ad una sola voce, la molteplicità delle bellezze racchiuse nelle diverse parole.