Mio figlio ha più di due anni e non parla. Mi devo preoccupare? Anna
Se il mio bambino non parla
Il linguaggio è una dimensione complessa e naturale di ogni essere umano. Di solito però ciascuno ha un suo sviluppo nell’acquisizione del linguaggio che varia da bambino a bambino. Le tappe di sviluppo del linguaggio sono ormai conosciute e a due anni un bambino conosce almeno 50 parole, mentre a 30 mesi è già in grado di fare le prime combinazioni: mamma-bella, pappa-buona.
Ma fino ai tre anni le variabili nell’acquisizione del linguaggio sono molte. Si pensa che il 7% della popolazione mondiale abbia iniziato a parlare dopo i due anni, a testimonianza del fatto che è normale trovare bambini che non parlino.
Ma allora, come comprendere se lo sviluppo è nella norma o si è in presenza di patologie o disturbi specifici del linguaggio? Numerosi studi si sono occupati del problema e occorre essere grati soprattutto al grande studioso russo Lev Semenievic Vygotskij (Bielorussia 1896 – Mosca 1935), se oggi siamo in grado di comprendere che nella maggior parte dei casi la situazione è nella norma.
Vi sono alcuni prodromi del linguaggio che ci fanno comprendere meglio lo sviluppo.
Innanzitutto la comprensione. Se il bambino comprende un comando o una richiesta come “dammi la bambola” o “prendi il trenino”, ed esegue ciò che viene richiesto.
Poi l’interazione. Se il bambino cerca di comunicare ed interagisce con l’adulto o il compagno di giochi, con gesti, azioni, o anche semplici suoni.
Infine la produzione. Se il bambino vuole parlare, comunicare, anche se non pronuncia la parolina, ma desidera dire qualcosa e si fa capire.
Se questi atteggiamenti sono presenti, (e nella maggior parte dei casi è così) allora direi di non preoccuparsi… il linguaggio prima o poi arriverà.
Occorre evitare di correggere il bambino o di incitarlo eccessivamente, perché non è un problema di comprensione o di volontà. Bisogna evitare di infondere l’ansia del parlare a tutti i costi.
Generalmente entro il terzo anno il linguaggio si strutturerà, e in poco tempo il bambino imparerà una buona quantità di parole.
Se però entro il terzo anno non compaiono le parole, oppure il bambino reagisce passivamente agli stimoli (non comunica, non interagisce, ecc…) è bene una visita dal neuropsichiatra infantile per valutare meglio la situazione. Si possono comunque sempre organizzare momenti dove gli adulti leggono al bambino delle semplici favole o racconti, per stimolarlo a parlare.