La depressione è la prima malattia d’Europa. Lo scoraggiamento per come va il mondo sembra essere sempre alle porte. Come se ne esce? Cosa possiamo fare? Laura
Laureato in psicologia, consigliere dell’Ordine degli psicologi della Lombardia, esperto in psicologia evolutiva e scolastica, è nella redazione del giornalino Big Bambini in giro. ha pubblicato per Città Nuova: I linguaggi del corpo (2007); Comunicare fuori e dentro la famiglia (nuova ed. 2012), Crescer(ci) (2010); Mio figlio disabile (2011); con Giuseppe Milan, L’epoca delle speranze possibili. Adolescenti oggi (2010); Educare al sacro (2011); Mio figlio disabile (2011); Nonni oggi (2013); Crescere è una straordinaria avventura (2016); con Stefania Cagliani, Ad amare ci si educa (2017).
La depressione è la prima malattia d’Europa. Lo scoraggiamento per come va il mondo sembra essere sempre alle porte. Come se ne esce? Cosa possiamo fare? Laura
Luciano Manicardi, priore della comunità di Bose, dice una cosa bellissima: «La crisi che stiamo vivendo è paragonabile alle doglie di un parto. Ci sono le donne, c’è la sofferenza, ma c’è anche il bambino che può nascere».
Bisogna dare un senso diverso alla crisi. Di fronte a questa fatica, a queste ferite, bisogna saper intravedere il nuovo, il bello che avanza. E non si tratta di essere utopisti, si tratta semplicemente di essere intelligenti. Infatti, se guardiamo bene le statistiche, non è vero che tutto va storto, che tutto è depressione. In qualsiasi Paese o città d’Italia succedono metà cose belle e metà brutte.
Se fossimo un po’ oggettivi, dovremmo fare un telegiornale con metà notizie positive e metà negative. E poi chi ha detto che la realtà è quella che vediamo?
La realtà vera è quella che noi facciamo esistere, che noi possiamo far risorgere. Se io appena conosco una persona nuova cerco di intravedere i suoi lati positivi, spiegandole tutto quello che ha di positivo, creo un circolo virtuoso: la persona darà il meglio di sé e si creerà il circolo dell’amore.
Se invece io rilevo il negativo si crea il circolo vizioso, si va in depressione, si continua a parlare di quello che va male. Insomma il modo migliore per uscire dalla depressione, è quello di affrontare la realtà con un atteggiamento diverso, l’atteggiamento che aveva il più grande santo dell’educazione, san Giovanni Bosco. Lavorando con i carcerati, lui non vedeva il negativo che avevano, vedeva il positivo, e da questo positivo ha fatto nascere le scuole professionali, ha fatto nascere un’opportunità per tutti. Così anche noi, di fronte a questo mondo, possiamo dare il nostro contributo lavorando per il positivo e per la pace.
Il papa ha detto che bisogna «accarezzare il conflitto». Che vuol dire? - Giovanni
Quando dico “no”, mio figlio Simone di tre anni si arrabbia e fa un sacco di storie. Le regole cosa ci stanno a fare? Teresa [caption id="attachment_38964" align="alignnone" width="300"] Bambini[/caption]
«È tutta la settimana che tribolo, lavo, stiro, metto in ordine, vado al lavoro, faccio da mangiare… insomma mi sento un robot e alla fine sono sfinita… non ho più tempo!» (Paola)
«Cerco di insegnare a mio figlio ad amare, ma a scuola trova solo bulli. Forse era meglio se gli insegnavo a combattere…» (Giorgio). «Chi ama è un debole perché non ha il coraggio di sfidare le ingiustizie e risulta solo un buonista» (Giovanni). (due papà alle prese con i loro figli)