Negli ultimi mesi la nonna è molto peggiorata come salute e come umore. Anche i nipoti se ne sono accorti. Cosa ci aspetta? Lucia
Laureato in psicologia, consigliere dell’Ordine degli psicologi della Lombardia, esperto in psicologia evolutiva e scolastica, è nella redazione del giornalino Big Bambini in giro. ha pubblicato per Città Nuova: I linguaggi del corpo (2007); Comunicare fuori e dentro la famiglia (nuova ed. 2012), Crescer(ci) (2010); Mio figlio disabile (2011); con Giuseppe Milan, L’epoca delle speranze possibili. Adolescenti oggi (2010); Educare al sacro (2011); Mio figlio disabile (2011); Nonni oggi (2013); Crescere è una straordinaria avventura (2016); con Stefania Cagliani, Ad amare ci si educa (2017).
I nonni sono caratterizzati da una particolare attenzione nei confronti dei nipoti, sostenuta da una capacità di costruire empatia che rende particolarmente felici i piccoli. Tutto questo è reso possibile dal sentimento emotivo dei nonni che, per la prima volta, si sentono a totale disposizione delle piccole generazioni e avvertono un vigore particolare nello stare con loro.
Con l’avvicinarsi alla morte, però, in molti nonni si accelera un processo di invecchiamento fisico e psichico.
Con l’invecchiamento, l’affettività tende a modificarsi sia quantitativamente che qualitativamente. La disponibilità mostrata verso i nipoti può lentamente trasformarsi proprio a causa del decadimento fisico e neurologico. L’anziano tende a concentrarsi sulla propria condizione personale, sul proprio benessere fisico e sociale, iniziando a disinteressarsi degli altri. Si nota una tendenza a un egocentrismo che assomiglia a quello infantile, portato a concentrarsi sulle proprie preoccupazioni, anche in modo logorroico e incessante, a scapito dell’interesse verso gli altri. Si nota un concentrarsi incessante sui problemi del presente e del passato, tendente ad essere preponderante sui problemi delle altre persone.
Per molti, inoltre, in una fase dell’età senile può manifestarsi una rapida diminuzione dell’adattamento alla vita sociale, degli interessi nei riguardi delle altre persone e della capacità di adeguarsi al modo di pensare del prossimo. Spesso, i più anziani tendono a evitare i rapporti umani cercando di nascondere se stessi agli altri, uscendo dagli schemi usuali di vita, evadendo dalla realtà nella fantasia e considerando i valori non essenziali. I nonni cercano ansiosamente un adattamento ambientale, ma si allontanano sempre più dalla possibilità di raggiungerlo, restringendo i loro interessi e le loro ambizioni aumentando la suscettibilità alle influenze esterne.
Spesso, nel medesimo periodo, può manifestarsi un brusco abbassamento del tono umorale. Vanno in depressione e in ansia, aumentando l’instabilità e la suscettibilità.
Tutte queste variabili possono avvenire lentamente o bruscamente e in molti sono fonte di vera e propria angoscia. A questo proposito è importante il tessuto sociale e familiare che può favorire una vera e propria accettazione nell’anziano della propria condizione psicofisica che cambia.
Ma i giovani d’oggi dove sono? Sembra che non incidano più come un tempo nella vita sociale… perché? Stefano (Livorno)
Come è possibile che ci sia tanta violenza, disprezzo e odio da parte di insegnanti dell’asilo verso questi piccoli? Anna
Nella scuola di mio figlio è partito il progetto “Educare alle emozioni”. Perché è così importante? Francesca di Rimini
La scuola è spesso in crisi: insegnanti e studenti faticano a trovare una intesa, e soprattutto la disciplina e l’attenzione sono merce sempre più rara. Quale deve essere secondo lei il corretto rapporto insegnanti-studenti? Ludovica di Foligno
A volte mi sento sola… vorrei qualcuno vicino, vorrei appartenere a qualcuno, insomma perché mi sento così? Carmen
Mio figlio Luca, di 20 mesi, non parla molto e quando vuole qualcosa fa qualche gesto o mi chiama con qualche semplice parolina. Ho visto altri bambini della sua età che già si esprimono con diversi vocaboli. È tutto normale? Mi devo preoccupare? Margherita