«È tutta la settimana che tribolo, lavo, stiro, metto in ordine, vado al lavoro, faccio da mangiare… insomma mi sento un robot e alla fine sono sfinita… non ho più tempo!» (Paola)
Laureato in psicologia, consigliere dell’Ordine degli psicologi della Lombardia, esperto in psicologia evolutiva e scolastica, è nella redazione del giornalino Big Bambini in giro. ha pubblicato per Città Nuova: I linguaggi del corpo (2007); Comunicare fuori e dentro la famiglia (nuova ed. 2012), Crescer(ci) (2010); Mio figlio disabile (2011); con Giuseppe Milan, L’epoca delle speranze possibili. Adolescenti oggi (2010); Educare al sacro (2011); Mio figlio disabile (2011); Nonni oggi (2013); Crescere è una straordinaria avventura (2016); con Stefania Cagliani, Ad amare ci si educa (2017).
«È tutta la settimana che tribolo, lavo, stiro, metto in ordine, vado al lavoro, faccio da mangiare… insomma mi sento un robot e alla fine sono sfinita… non ho più tempo!» (Paola)
Il tempo oggi è inesorabile. Quante volte capita di arrivare alla fine della settimana con la sensazione di “essere mangiati dal tempo”. Già nell’antica Grecia, il dio Crono mangiava tutti i suoi figli per paura di essere spodestato, così come il tempo (cronos) oggi mangia il nostro vivere rendendoci talvolta sfiniti.
Non si ha più tempo perché troppe sono le cose da fare, troppe le situazioni da vivere. Per non parlare della televisione, dei social, di internet, contenitori pieni di notizie, chiacchiere, avvenimenti, fatti, eventi, uno dietro l’altro, in un tritacarne di sensazioni ed emozioni spesso contraddittorie, tanto che il nostro sistema limbico (quello legato alle emozioni) ne risulta stressato.
La scienza infatti ci dice che il nostro sistema limbico, cioè quel complesso di strutture encefaliche che partecipano all’integrazione emotiva, istintiva e comportamentale, interviene nella regolazione dell’ansia, della paura e dello stress.
Ci sentiamo depressi perché facciamo fatica a regolare il nostro organismo e la nostra vita alla frenesia della cosiddetta modernità, caratterizzata dall’ultima notizia a portata di mano, dal sapere tutto e di tutti , altrimenti si rischia di essere fuori, obsoleti.
Ma in questo modo non si vive più perché ci si sente fagocitati in un mondo che ci vive senza che noi viviamo. Abbiano perso il senso del vivere. E il fatto, talvolta tragico, è che ci sembra di combattere contro un mulino a vento perché ci viene detto che la società è così, che non si può fermare la modernità e che le leggi della complessità sono più grandi di noi.
Eppure una volta si aveva il tempo di vivere e meditare sulle cose, approfondire ciò che ci veniva proposto, pensare a quanto ci veniva offerto. Insomma il tempo, una volta, forse era più umano e maggiormente vissuto.
Oggi sembra che il tempo sia scomparso nel vortice della notizia e nella sensazione della inadeguatezza di fronte alla complessità del vivere. Oggi è il tempo che vive noi. Ci sembra che il tempo sia tiranno!
Che fare?
È arrivato il momento di “prenderci il tempo”, di governarlo. Sì, perché, se riflettiamo bene, constatiamo che il tempo è un dono. Un dono prezioso per ciascuno di noi. Il tempo è l’opportunità, che ciascuno di noi ha, di dare senso a quello che capita e di viverlo intensamente.
Occorre imparare a “prendere le misure” del tempo e sfruttare bene questa opportunità preziosa che ci viene offerta nel vivere. Già molti filosofi, psicologi e teologi hanno approfondito il concetto del tempo nella vita dell’uomo e quasi tutto sono arrivati alla conclusione che “dipende” da noi dare vita al tempo, dargli un senso.
È stata Simone Weil (1909 – 1943), filosofa, mistica e scrittrice francese, a dire che la realtà più bella fra gli esseri umani è l’attenzione, intendendo con questo la forma più rara e pura di generosità. Ma per essere “attenti” occorre essere pronti, avere il cuore pienamente concentrato nell’attimo presente.
Occorre considerare ogni attimo come prezioso, come dono per lasciare la traccia dell’umano amoroso che ciascuno può scrivere. Allora il modo migliore per “governare” il tempo è quello di vivere bene l’attimo presente. Per fare ciò occorre considerare l’attimo presente come un dono raro e prezioso che ciascuno ha, come fosse l’ultimo atto della propria vita, come fosse il suo testamento vitale per gli altri.
Educarci al tempo
Se l’attimo presente è il dono più prezioso che abbiamo, e se occorre imparare a governarlo e viverlo, forse alcuni suggerimenti pratici possono essere d’aiuto per approfittare bene di questo dono:
Mi sembra opportuno concludere con una meditazione di Chiara Lubich, che ci aiuta a riflettere bene sulla opportunità preziosa del tempo.
Il tempo mi sfugge veloce
Il tempo mi sfugge veloce,
accetta la mia vita , Signore.
Nel cuore il tempo è il tesoro
che deve informare le mie mosse.
Tu seguimi guardami, è tuo
l’amare: gioire e patire.
Nessuno raccolga un sospiro.
Nascosta nel tuo tabernacolo
vivo lavoro per tutti.
Il tocco della mia mano, sia tuo
Sol tuo l’accento della mia voce.
In questo mio cencio, il tuo amore
Ritorni nel mondo riarso
Con l’acqua, che sgorga abbondante
Dalla tua piaga, Signore.
Rischiari divina Sapienza
L’oscura mestizia di tanti,
di tutti. Maria vi risplenda
(Chiara Lubich)
In questo modo il tempo ritorna amico, riflesso del dono immenso d’amore che Dio ha pensato per l’uomo.
Dovrei parlare dell’angelo custode al mio bambino di 3 anni o è meglio di no? Tiziana
Mia madre mi ha abbandonato all'età di 9 anni. Una madre che non c'è mai stata per me, non è venuta alla mia comunione né cresima, la vedevo ogni quindici giorni per mezz'ora. E adesso che è rimasta vedova ha bisogno di tutto, perché è anche una persona ignorante, nel senso che non sa leggere né scrivere. In realtà ha bisogno solo di aiuto pratico perché comunque mi tratta male e parla male dei suoi figli (siamo cinque). Adesso che mi sono ammalata di cancro, non è molto interessata alla mia condizione. Io non voglio vederla, di Lei mi irrita tutto, faccio quello che posso, l'aiuto nelle urgenze, ma dipendesse da me non vorrei vederla più. E questo mi fa sentire in colpa. Prego per lei tutti i giorni. Se penso di rincontrarla in Paradiso... mi sento male!! M. Grazia
Gentile dottor Aceti, mi sono innamorata più volte…e spesso sono rimasta delusa….dopo un po’ tutto torna come prima…. Ho assistito ad una sua conferenza…e mi è piaciuta…mi dica , per favore, cos’è per lei l’amore.. Anna di Viterbo
Conosco una persona con handicap e vorrei diventare sua amica, anche per aiutarla. Ma non è facile avvicinarmi e ho paura di fare qualcosa di sbagliato e offenderla. Meglio se lascio perdere? Non so bene cosa fare. Anna
Mia figlia si sta separando dal marito e io sono molto preoccupata per le mie nipotine di 3 e 7 anni, che sono sempre irrequiete e nervose, forse perché mio genero ha picchiato mia figlia davanti a loro. Cosa posso fare per aiutarle? Una nonna angosciata
Ho 68 anni e non posso sapere come sarò e mi trasformerò. Penso però che sarà sempre più dura. La mia domanda è “Perché preoccuparsi?”. Ho dato tanto a figli e nipoti (ne ho tre di 14 ,10 e 6 anni), che voglio di più? A loro, figli e nipoti, può bastare eccome!!! Non speravo nemmeno di conoscerli. La mia futura vecchiaia, il mio rimbambimento, vorrei che lo vivessero con distacco e intelligenza... Amore ce ne siamo dato tanto... avrò più bisogno di un geriatra capace e competente che di loro, ma in giro ce ne sono ben pochi. Lilla Merlino [caption id="attachment_63130" align="alignleft" width="234"] genova anziani[/caption]