Salve, ho letto l’articolo su Città Nuova un articolo di Massimiliano Casto relativo al ricorso sul decreto Salva Italia per ottenere il ricalcolo della pensione e il rimborso di quanto non percepito. Però non ho capito concretamente cosa e come fare. Mio suocero, deceduto nel 2013, era tra le persone danneggiate da quel decreto. Cosa devono fare mio marito e sua sorella? Esiste un modulo? E se non esiste, cosa si deve scrivere nella raccomandata? A chi si intesta? All’Inps zonale o alla Direzione Generale?
Grazie.
Come posso chiedere il ricalcolo della pensione?
In questi giorni sta facendo molto discutere, creando tanta confusione, la questione delle modalità operative per far valere i propri diritti: quali le modalità per ottenere il rimborso della mancata perequazione della pensione illegittimamente bloccata dal Governo Monti per gli anni 2012 e 2012?
Come ben noto, la corte Costituzionale con la sentenza n.70 del 2015 ha dichiarato illegittimo il provvedimento del Governo che bloccò gli aumenti per alcune pensioni (vedi l’articolo “Pensioni: ultimi giorni per il ricorso“). Successivamente, il Governo Renzi ha cercato di porre rimedio ma, malgrado la sentenza, ha riconosciuto solamente in maniera ridotta i rimborsi e, in alcuni casi, li ha esclusi completamente.
Tuttavia tutti i pensionati che sono stati danneggiati perché non hanno ricevuto tali aumenti di legge e non hanno nemmeno ricevuto i rimborsi parziali, possono ancora far sentire la propria voce anche se i termini sono strettissimi.
Infatti entro e non oltre il 31 dicembre di quest’anno, gli interessati devono inviare una raccomandata con avviso di ricevimento (vale la data del timbro postale) sia alla sede Inps territorialmente di competenza del pensionato sia alla Direzione Generale dell’Inps (via Ciro il Grande 21 Roma). Non esiste un modulo/scheda definito, anche se è necessario indicare delle cose indispensabili. In tale lettera di diffida, alla stregua della sentenza della corte Costituzionale n.70/2015, dovrà essere indicato il numero della pensione del titolare, dovrà essere evidenziato che il trattamento pensionistico che si percepisce era soggetto agli aumenti di legge che sono stati illegittimamente bloccati ed è necessario intimare il ripristino nella pensione mensile della perequazione illegittimamente bloccata per gli anni 2012 e 2013 con gli effetti a valere anche per gli anni successivi. Ovviamente sarà necessario intimare la restituzione degli arretrati delle singole scadenze maggiorate degli interessi legali e comunicare che, in difetto di pagamento, si provvederà nei modi di legge.
Infine la cosa fondamentale è quella di precisare che la raccomandata che state inviando vale come atto di diffida e messa in mora a tutti gli effetti di legge ed in particolare ai fini interruttivi della prescrizione. Infatti, la scadenza del 31 dicembre 2016 è perentoria per comunicare all’Inps l’interruzione della prescrizione.
Successivamente, con più calma ma entro il 2017, nel caso in cui l’Istituto previdenziale non liquidi gli arretrati e se non rimetta in regola il pagamento della pensione, si potranno adire le normali vie giudiziarie in virtù della sentenza della Corte Costituzionale. Però anche in questo caso bisogna fare particolare attenzione, perché la procedura da seguire sarà diversa a seconda che si tratti di ex dipendenti del pubblico impiego oppure del privato. Infatti nel primo caso, la controversia legale andrà promossa presso la Corte dei Conti, nel secondo caso ci si dovrà rivolgere al giudice del lavoro della provincia di residenza.