Esami di maturità, tra polemiche e disservizi
Sono iniziati oggi, mercoledì 22 giugno, gli esami di maturità post Covid con la prova di italiano. Seguirà la seconda prova scritta il 23 giugno, che sarà multidisciplinare e, dal lunedì successivo, il 27 giugno, partiranno gli orali. Il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ha tenuto a precisare che l’esame di maturità non è un test, ma serve a valutare il percorso svolto dai ragazzi in un periodo particolarmente difficile.
Purtroppo la situazione delle scuole anche quest’anno non è stata paradisiaca. Il fatto che molti alunni e docenti sono risultati positivi al Covid non ha facilitato un ritorno della stabilità nella didattica e nello svolgimento delle lezioni.
Su 500 mila studenti, 20 mila non sono stati ammessi. In testa si trovano gli studenti del Veneto con il 97,2% di essi che parteciperà alle prove, mentre fanalino di coda è la Sardegna con il 91,7% degli ammessi.
La commissione è composta da sei commissari interni e un presidente esterno, ma questo ha causato una serie di problemi. Infatti la maggioranza dei docenti è impegnata negli esami e quindi mancano all’appello ancora ad oggi i presidenti di Commissione. A scoraggiare le candidature è anche il compenso ridotto a circa 1000 euro netti. Se non si dovessero trovare abbastanza volontari, gli uffici preposti potrebbero assegnare due commissioni, quattro classi, a uno stesso presidente. Il taglio delle risorse sulla scuola continua a pesare purtroppo sulla qualità e sull’organizzazione dell’istruzione.
Abbastanza critico su questo punto anche il presidente dell’Associazione Nazionale Presidi, Antonello Giannelli, che in un’intervista ha dichiarato che la prova di maturità non ha una vera funzione valutativa, perché tutti i ragazzi vengono promossi sostanzialmente con delle valutazioni che ricalcano quelle conseguite durante l’anno scolastico e valutati dagli stessi docenti. Inoltre ha subìto molte osservazioni il fatto che da quest’anno la seconda prova non sarà nazionale, ma sarà predisposta dalle commissioni dei singoli istituti, che potranno così tenere conto di quanto effettivamente svolto dai ragazzi durante l’anno scolastico, anche in considerazione dell’emergenza pandemica. In questa maniera l’esame viene davvero svalutato perché i candidati saranno giudicati soltanto dai loro docenti di corso e non ci sarà una valutazione davvero obiettiva.
È previsto inoltre un percorso a parte per gli studenti che sono positivi al Covid e che potranno quindi accedere alla sessione suppletiva che si svolgerà il 6 e il 7 luglio. Anche questo provocherà del disservizio nell’ambito dell’organizzazione delle scuole in quanto si prevede che gli alunni saranno numerosi, visto l’effetto pandemico che non scende, e questa data sembra essere piuttosto vicina alle conclusioni delle prove orali, che verrebbero interrotte per poter effettuare le prove suppletive.
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