Equilibrato impedimento

La recente sentenza sul legittimo impedimento ha di nuovo diviso il Paese.
Corte costituzionale

«La sovranità appartiene al popolo», scolpisce la Costituzione; quindi il popolo elegge i propri governanti, a tutti i livelli. La stessa Carta, comunque, subito dopo aggiunge «che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione». In un sistema democratico, il potere necessita di controllo, sia per contenere l’inevitabile corruzione, sia per scongiurare abusi.

Ecco la logica dei pesi e contrappesi. Perciò, nell’assetto italiano, la magistratura ha il compito di indagare chiunque, con l’obbligo di esercitare l’azione penale; per questo è il capo dello Stato a decidere se il Parlamento vada sciolto prima del tempo; per questo ancora la Corte costituzionale può sindacare ogni legge votata dai rappresentanti del popolo eletti al Parlamento. Un controllo non arbitrario, condotto sulla base di norme e di princìpi costituzionali.

 

La recente sentenza sul legittimo impedimento, che ha spuntato le armi all’istituto che doveva servire a consentire al capo del governo e ai ministri di non presentarsi se convocati in un processo, sulla base di una “autocertificazione” e senza che i giudici potessero sindacare, ha di nuovo diviso il Paese. In particolare, gli ultras di una parte hanno dipinto la Corte come un soviet dove si radunano i nemici di sinistra del presidente Berlusconi. E su questa scorta se ne sono sentite di tutti i colori (tra queste, le prese di posizione del ministro dell’Istruzione). È necessario invece un po’ di distacco e riconoscere che la sentenza è stata equilibrata: ha fatto salvo l’impianto della legge, né poteva fare diversamente (il legittimo impedimento è un istituto che vive da sempre nell’ordinamento); ha rinvenuto l’illegittimità di due disposizioni per violazione del principio di uguaglianza tra tutti i cittadini e perché – quindi – quelle norme avrebbero avuto bisogno di un legge costituzionale per essere varate.

La Corte costituzionale è un presidio importantissimo sul corretto funzionamento dei poteri dello Stato. Discutiamo pure su come comporla, ma non guardiamola come una combriccola di parte. Altrimenti non se ne coglie la funzione istituzionale di garanzia.

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