Enzo Bianchi e l’arte del vivere

L’ultimo libro del fondatore della Comunità Monastica di Bose parla della vecchiaia, del fatto di voler essere sempre giovani in un “paese che non è per vecchi”, della paura della morte

«Esiste un’arte del vivere, quella che i nostri già amati greci chiamavano tèchne toû bìou e i latini ars vivendi. Perché la vita che viviamo dipende anche, non solo ma anche, dalle nostre consapevolezze, dalle nostre scelte, dalla qualità della convivenza che cerchiamo di edificare insieme agli altri, mai senza gli altri, giorno dopo giorno».

Il primo capitolo del libro di Enzo Bianchi, La vita e i giorniSulla vecchiaia, inizia con la descrizione di quello che deve essere la vita, “buona, bella e felice”, affermando che esiste un’arte del vivere che dovremmo apprendere e su cui avere maggiore consapevolezza. Più che un manuale su come invecchiare si tratta di un cantico alla vita, di un ringraziamento al dono incommensurabile che abbiamo di poter vivere questi nostri giorni, di essere felici della nostra quotidianità, della ricchezza che ci donano le persone, dell’incanto della natura sempre più da godere e proteggere, del grande regalo che sono gli amici.

La vita è questo percorso che si aggiunge ai nostri giorni: «Voglio aggiungere vita ai giorni e non giorni alla vita», scrive il fondatore della comunità monastica di Bose che ricorda, in un capitolo dedicato all’amicizia, quanto sia essenziale per tutti noi avere amici con i quali condividere il cammino. Essi sono «balsamo, un aiuto nelle ore buie, l’unica possibilità di dire, oltre i tentativi di amore fraterno: ‘ti voglio bene e mi rallegro che tu sia una presenza nella mia vita’».

Nei 10 capitoli che si susseguono, attraverso leggerissime pennellate che ravvivano il cuore, Enzo Bianchi affronta il tema della vecchiaia, dell’invecchiamento, del fatto di voler essere sempre giovani in un “paese che non è per vecchi”, della paura della morte che, per Garcìa Márquez, citato dall’autore, «non avviene con la vecchiaia ma con la solitudine».

Un libro per tutti, per fermarsi e ricominciare a vivere con una consapevolezza in più, per non sciupare questi giorni e mantenere viva la speranza, con la «convinzione che nasce da una vita vissuta con lui, Gesù: l’amore vince la morte. […] Ecco cosa mi è permesso di sperare, e non solo a me cristiano, ma a tutti gli umani, religiosi o no: l’amore che vince la morte è un messaggio che vale la pena vivere, già qui e ora. Così ‘elle est retrouvée. Quoi? L’Eternité’».

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Fondatore della Comunità Monastica di Bose, di cui è stato Priore fino a 2017, Enzo Bianchi è autore di testi di spiritualità cristiana e sul dialogo della Chiesa con il mondo contemporaneo.

Enzo Bianchi, La vita e i giorni. Sulla vecchiaia, Ed. il Mulino, Bologna 2018, euro 13.

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