Enzo Avitabile: l’eterno scugnizzo
Il prossimo anno compirà cinquan’tanni. Ma l’energia è ancora quella di un ragazzino. Quella che aveva addosso già da bambino, quando si spremeva i polmoni nei locali di Napoli, quella che sprigionava il suo sax quando si faceva le ossa con Pino Daniele, o negli anni Ottanta, quando legittimava la sua emancipazione cantautorale con una manciata di album pop di ottima levatura. A un certo punto sembrava esser sparito, emarginato come tanti dal perenne rincorrersi delle mode; ma in realtà continuava a macinare musica e canzoni, collaborazioni prestigiose (da James Brown a Tina Turner) e imprese parecchio originali. L’ultima di queste è appena arrivata nei negozi, ed intriga per più di un motivo. Innanzi tutto la musica, un mix perfetto tra modernità e tradizione, dove l’etnico arabeggiante s’incrocia non solo con la tradizione partenopea (l’album è cantato interamente in lingua napoletana), ma anche con i modernismi della subcultura hip-hop. Ma il tratto saliente di questo Salvamm’o munno (fresco di stampa per le edizioni Il Manifesto) è la presenza dei bottari di Portico: come dire la materializzazione di una cultura che affonda le sue radici nel Trecento. L’antichissima tradizione contadina di percuotere le botti e i tini per scacciare gli spiriti maligni e propiziare un buon raccolto, confluì come molte altre in una festa religiosa, quella di Sant’Antonio Abate, senza nulla perdere della sua straordinaria genuinità e potenza ritmica. La stessa che straripa da questo disco, dove per altro trovano spazio anche altri ospiti che ampliano la gamma espressiva in un crogiolo di suggestioni sonore che abbracciano il Sud italiano e il Medio Oriente, l’intero Mediterraneo e la grande madre Africa: ecco dunque i Cantori del Miserere di Sessa, il camerunense Manu Dibango, l’algerino Khaled, il sudafricano Hugh Masekela, e le launeddas del sardo Luigi Lai… Disco colto e impegnativo, ma non per questo algido. Tutt’altro. Perché su tutto domina l’indole del nostro scugnizzo, capace di alternare sarabande scatenate e dolcezze struggenti. Ma c’è dell’altro: l’anti-retorica di Avitabile trova qui una nuova profondità, legandosi spesso a temi assai impegnativi: la pace nel mondo, il degrado ambientale, il desiderio di pace universale al di là di qualunque barriera di razza, cultura e religione: Tutt’eguale song ‘e criature, nisciuno è figlio de nisciuno, tutt nati dall’ammore, se sape comme se nasce, ma nun se sape comme se more, canta in un brano. C’è un desiderio profondo di fratellanza che attraversa tutto il lavoro, ancor più significativo se consideriamo che parte dei proventi verranno devoluti alle iniziative di Amnesty International a favore del recupero dei bambini-soldato, una delle piaghe più vergognose di questi ultimi decenni. Salvamm’o munno suona dunque come un appassionato inno alla vita, un appello agli uomini di buona volontà, e una rigorosa operazione di recupero culturale. Sarà pure una goccia nel deserto, ma fa bene al cuore oltrecché alle orecchie: come una piccola transenna innalzata sugli strapiombi della banalità e dell’indifferenza. Franz Coriasco CD NOVITÀ THE VEILS THE RUNAWAY FOUND Rough Trade / Self Buon debutto per questo quartetto neozelandese vicino all’ortodossia pop-rock di gruppi come Travis, Coldplay e Starsailor. Una delle opere prime più interessanti e promettenti di questi ultimi mesi. STELLAR RAY TELEPATHY Nun Entertainment Progetto anglo-italiano per il leader dei Cousteau. Una manciata di morbide ballads crepuscolari, scritte con sapienza, e poi affidate ad un manipolo di ottimi vocalist (tra cui la nostra Cristina Donà). Opera corale ma omogenea, riflessiva ma tutt’altro che noiosa. JOE JACKSON TWO RAINY NIGHTS Edel Praticamente un greatest hits registrato dal vivo. Col supporto di una band eccellente, il genietto britannico tira dritto per la sua strada: frullando pop, rock e jazz con la classe di sempre. WYCLEFF JEAN THE PREACHER’S SON Bmg L’ex Fugees di origine haitiana è ancora uno dei nomi di punta della black music odierna. La conferma arriva da questo disco che viaggia piacente dal soul al reggae passando per l’hip-hop. Santana, Patty Labelle e Missy Elliott fra gli ospiti f.c.