Enigma, venerdì 20.50 Raitre
“Video killed the radio star” cantavano alla fine degli anni Settanta i Buggles. Ma che la tv abbia davvero ucciso le star della cara, vecchia radio non sembra poi così vero. Almeno a giudicare da Andrea Vianello, per anni apprezzato conduttore della storica Radio anch’io e da qualche mese sul piccolo schermo con il programma d’approfondimento Enigma. Per Vianello si tratta del secondo tentativo di imporsi alla più vasta platea del pubblico televisivo. L’anno scorso il suo arrivo in tv si rivelò un mezzo flop. Cambiata la formula e trovata quella più in sintonia con le sue qualità e con le peculiarità del mezzo televisivo, Vianello ha fatto centro. Enigma è programma non facile e ambizioso: portare la Grande Storia in prima serata e raccontarla catturando anche spettatori a digiuno di date, epoche e protagonisti dei secoli passati. La missione diventa meno impossibile sfruttando un semplice espediente narrativo: la suspense. Creare attesa per lo svilup- po degli eventi, disseminare dubbi nel racconto, inserire colpi di scena: è questa la benzina che fa correre il motore di Enigma. Come il titolo stesso della trasmissione suggerisce, la vita di Gesù e la morte di Mussolini, gli ultimi giorni di Hitler e il mistero di Fatima diventano grandi gialli, storie- thrilling dove il lavoro dello storico diventa simile a quello dell’investigatore privato. Il rischio è distorcere i fatti ai fini dello spettacolo, ma ad evitare questo pericolo sono stati chiamati due storici attenti come Marcello Veneziani e Lucio Villari, che assicurano anche una lettura bipartisan” degli eventi. Vianello, da consumato anchorman rad i o f o n i c o , inietta dosi massicce di ritmo alla trasmissione. Visti gli argomenti, la discussione potrebbe spesso scadere in una noiosa querelle tra accademici. Ed invece con grinta e mostrando di sapere di quel che parla, Vianello incalza gli interlocutori per seguire il filo del programma e condurre lo spettatore, anche il meno attrezzato culturalmente, alla scoperta dei misteri delle epoche passate. Rendere avvincente una materia ostica come la storia è già un pregio. Ma Enigma fa anche di più. Pur essendo un talk show, rifugge dallo schema ormai abusato del salotto tv: la showgirl accanto allo psicologo, lo scrittore à la page e il comico dalla battuta pronta. Ad Enigma ci sono le persone che hanno qualcosa da dire e che hanno competenze in materia: per lo più sono illustri sconosciuti, ma la loro presenza è confortante. Ci dice che si può discutere di cose serie in tv senza essere seriosi. Che si può organizzare un dibattito senza far ricorso alla lista obbligata delle prezzemoline e dei professionisti dell’ospitata.