Energia pulita, il sorpasso cinese

Gli Usa sono stati superati dalla Cina nel campo delle fonti rinnovabili: dalla centrale solare galleggiante più grande del mondo all'impianto fotovoltaico a forma di panda  
Ap

Il ciclone Trump colpisce ancora. Da quando il presidente degli Stati Uniti ha deciso di uscire dall’accordo di Parigi sul clima, l’America ha perso la leadership nell’energia rinnovabile. In cima alla classifica ora c’è la grande Cina, nonostante sia ancora tra i maggiori consumatori di combustibili fossili ed è il Paese che emette più CO2 in assoluto.

Ma a poco più di un anno dall’elezione di Trump, il paese del Dragone ha prodotto pannelli solari in grande quantità, ottenendo il benestare – per i costruttori – dalle grandi banche attraverso prestiti e agevolazioni. Il presidente cinese Xi Jinping vuole investire 360 miliardi di dollari nelle energie rinnovabili entro il 2020, creando così 13 milioni di nuovi posti di lavoro.

Oggi la Cina produce l’11 % di energia pulita, ma si prevede che la percentuale salga al 20 % entro il 2030. Il governo di Pechino ha sempre cercato soluzioni quasi “impossibili” attraverso la ricerca, puntando a costruire pannelli adatti a sopportare il clima desertico e l’umidità delle foreste tropicali. Il più grande impianto fotovoltaico su terra al mondo, a forma di panda, e l’impianto fotovoltaico galleggiante più esteso sono opera di cinesi. Nella centrale solare di Huainan, nella provincia di Anhui, i pannelli galleggiano sul lago creatosi dove in precedenza si trovava una miniera di carbone. Sono in grado di produrre fino a 40 megawatt di energia, utile per soddisfare 15mila abitazioni.

L’acqua del lago aiuta a raffreddare i pannelli solari, aumentando l’efficienza energetica del 10 per cento, e previene che la polvere si accumuli sulla loro superficie. A maggio di quest’anno inoltre verrà aperta una centrale galleggiante ancora più grande, in grado di produrre quasi 4 volte in più di Huainan, circa 150 megawatt di energia.

Ma fra Cina e Usa c’è sempre di mezzo il vecchio continente. L’Europa non sta a guardare, ma ne esce a testa alta. Secondo i dati Eurostat, la quantità di energia da fonti rinnovabili prodotta nell’Unione europea è aumentata complessivamente del 71 per cento tra il 2005 e il 2015. Nel 2016, il settore fotovoltaico ha dato lavoro a più di 81mila dipendenti a tempo pieno e ha generato un giro d’affari pari a oltre 4,6 miliardi di euro.

Insomma, Pechino forse ha ancora molto da imparare sulla lotta all’inquinamento, ma sicuramente ha iniziato con il piede giusto. Il presidente Xi Jinping ha definito l’Accordo di Parigi “una responsabilità che bisogna assumersi per le future generazioni”, e se la Cina continua così, non potranno che esserci enormi benefici ambientali.

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