Emozionarsi con Topolino
«E pensare ‒ diceva Walt Disney nel 1928 ‒ che tutto cominciò con un topo», disegnato in treno e, inizialmente, chiamato Mortimer. La moglie lo convinse a cambiare idea, per un nome che, almeno nelle lingue neolatine, sarebbe, in effetti, risultato un po’macabro. Il mondo di Topolino oggi è un impero. Esistono svariati parchi a tema e acquatici in tutto il mondo, una nave da crociera, network televisivi, una casa di produzione cinematografica, una collana editoriale, una catena di negozi nei cinque continenti e un fatturato di 7 miliardi di dollari con 150 mila dipendenti. Un’idea, semplice, geniale e vincente che ha trasformato un piccolo animale, per lo più sgradevole, sporco e antipatico in un campione di umanità, intelligenza, onestà.
Gianni Maritati ripropone lo stesso libro pubblicato nel 1997 con ulteriori aggiornamenti sui film prodotti fino al 2016, da Hercules a Oceania perché in 20 anni è cambiato il mondo. «Torno a riproporre questo libro – spiega l’autore ‒ un po’ perché spinto dalla nostalgia per un testo al quale sono molto legato sentimentalmente e un po’ perché il mondo dell’animazione targato Disney in questi ultimi vent’anni ha fatto passi da gigante ed è cambiato profondamente, quindi richiede una riflessione sempre appassionata e continuamente aggiornata. E a proposito di ricorrenze, non possiamo dimenticare, insieme agli ottant’anni di Biancaneve, i novant’anni che Topolino compirà nel 2018!». Il libro è anche un viaggio trasversale sui valori che ispirano i grandi lungometraggi Disney, come l’amore, l’amicizia, la famiglia e il rispetto per la natura e i proventi sono destinati dall’autore all’Associazione Peter Pan Onlus e all’Associazione culturale Clemente Riva.
Quando a maggio del 2013 uscì in edicola il numero 3000 di Topolino la direttrice Valentina De Poli spiegò che «uno dei segreti del successo di Topolino è che ci consente di ritrovare sorridendo i nostri tic e quelli di chi ci vive accanto, di riconoscere, attraverso una risata, i nostri caratteri e le nostre relazioni».
Universalità espressa anche dalle emozioni primarie comuni in tutti i continenti. I personaggi del mondo Disney riflettono caratteri e sentimenti classificabili e riconoscibili, il bene e il male sono nettamente divisi, il tempo è immobile, Gamba di legno, per esempio, sarà sempre il ladro cattivo e Topolino il poliziotto buono.
Luca Raffaelli scrive ne Le anime disegnate: «Questo desiderio, questa necessità disneyana di rendere tutto visibile, accessibile, chiaro, sembra essere una sorta di antidoto al tradimento. Per questo i personaggi sono stabili nei loro ruoli: il cattivo morirà da cattivo, il buono vivrà buono. Non c’è tradimento, non c’è cambiamento, non c’è rischio. Tutto è già stato predeterminato».
Sono personaggi semplici, adatti a tutte le culture, perché il sogno dell’universalismo è tipico americano, terra d’immigrati, di melting pot, e rivolge lo sguardo verso l’orizzonte del mondo. Non solo per affari, ma per un sogno di lunga gittata che non contempla, però, tutte le sfumature delle diversità, dei chiaroscuri. La redenzione nei fumetti Disney, secondo il grande regista russo Sergej M. Ejzenstejn, che nell’immaginario comune è legato a La corazzata Potemkin, è già avvenuta e del tutto compiuta, tanto che non esista a definire il mondo Disney «il paradiso trovato» nella metafora degli animali, nel puro intrattenimento, nella favola pura senza realtà, nel mondo incantato dei bambini che lì vogliono restare e sostare.