Emergenza smog, la proposta di Legambiente

Nel 2022, 72 città su 95 monitorate hanno superato i limiti di PM10. Urge un cambio di passo
Raffinerie di petrolio
(Foto: Pexels)

Salute a rischio nelle città italiane. L’emergenza smog è un problema sempre più incalzante per i sindaci di vari capoluoghi di provincia d’Italia. 72 città su 95 monitorate sono fuorilegge per l’alta concentrazione di polveri sottili. Lo sostiene il rapporto annuale di Legambiente dal titolo “MAL’ARIA di città: cambio di passo cercasi” che ha analizzato l’inquinamento atmosferico in questi 95 centri urbani nel 2022.

Per quanto riguarda il numero dei giorni/anno, sono ben 29 le città che hanno superato gli attuali limiti normativi per gli sforamenti di PM10 (35 giorni all’anno con una media giornaliera superiore ai 50 microgrammi/metro cubo). Torino si piazza al primo posto con 98 giorni di sforamento, seguita da Milano con 84, Asti 79, Modena 75, Padova e Venezia con 70.

Invece se si prende in considerazione il limite di 20 microgrammi per metro cubo d’aria di polveri sottili PM10 – raccomandato dall’organizzazione mondiale della sanità – solo 23 città sotto sotto la soglia. Le altre 72 non sono in regola. Torino e Milano sono in testa alla triste classifica, seguite da Cremona. In altri centri lombardi come Monza, Mantova, Bergamo e Brescia sono troppo alte anche le concentrazioni di biossido di azoto e di polveri sottili inferiori a 2,5 micron.

Inoltre, rispetto ai nuovi target europei che entreranno in vigore dal 2030, la situazione è ancora più critica. È fuorilegge il 76% delle città per il PM10, l’84% per il PM2.5 e il 61% per l’NO2.

Il cambio di passo di Legambiente

Per rendere le nostre città più vivibili e sostenibili Legambiente propone un cambio di passo da Governo e amministrazioni locali attraverso alcuni punti cardine.

Il passaggio dalle Ztl (zone a traffico limitato) alle Zez (Zone a zero emissioni). Come dimostra l’esperienza di Milano (con l’area B) e, soprattutto, dell’ultra Low Emission Zone londinese, le limitazioni alla circolazione dei veicoli più inquinanti riducono le emissioni da traffico del 30% e del 40%.

LEZ anche per il riscaldamento. Servono un grande piano di riqualificazione energetica dell’edilizia pubblica e privata, e incentivare una drastica riconversione delle abitazioni ad emissioni zero grazie alla capillare diffusione di misure strutturali, come il Superbonus, opportunamente corretto dagli errori del passato come gli incentivi alla sostituzione delle caldaie a gas.

– Potenziamento del Trasporto Pubblico e Trasporto Rapido di Massa (TRM) attraverso la quadruplicazione dell’offerta di linea e la promozione di abbonamenti integrati, come fece la Germania nell’estate del 2022.

Sharing mobility. Incentivare la mobilità elettrica condivisa (micro, bici, auto, van e cargo bike) e realizzare ulteriori km di percorsi ciclabili.

– Ridisegnare lo spazio pubblico urbano a misura d’uomo, “città dei 15 minuti”, sicurezza stradale verso la “Vision Zero”, “città 30” all’ora seguendo l’esempio di Cesena, Torino, Bologna e Milano.

– Tutto elettrico in città, anche prima del 2035, grazie alla progressiva estensione delle ZEZ alla triplicazione dell’immatricolazione di autobus elettrici e l’istituzione dei distretti ZED (Zero Emissions Distribution).

Per attuare questi progetti Legambiente avvierà una campagna itinerante – dal nome Clean Cities – dal 1° febbraio al 2 marzo che farà tappa in 17 capoluoghi per promuovere una mobilità urbana più efficiente, sicura e pulita. Saranno organizzati incontri con rappresentanti delle amministrazioni locali, esperti e cittadini per discutere delle sfide legate alla mobilità sostenibile nei vari contesti urbani, sia iniziative di piazza come flash mob, presidi, attività di bike to school.

«L’inquinamento atmosferico non è solo un problema ambientale, ma anche un problema sanitario di grande importanza», dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente. «In Europa, è la prima causa di morte prematura dovuta a fattori ambientali e l’Italia registra un triste primato con più di 52.000 decessi annui da PM2.5, pari a 1/5 di quelli rilevate in tutto il continente. È necessario agire con urgenza per salvaguardare la salute dei cittadini, introducendo politiche efficaci ed integrate che incidano sulle diverse fonti di smog, dalla mobilità al riscaldamento degli edifici, dall’industria all’agricoltura».

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