Emergenza sanità nell’area Subsahariana

Del milione di morti l’anno per malaria, il 90 per cento provengono dall’Africa subsahariana e 700 mila sono bambini sotto i 5 anni. Senza contare poi i morti per affezioni polmonari o gastroenteriche, colpiti da malattie, che per la maggior parte sarebbero curabili. A denunciare la drammatica situazione sono gli oltre mille medici e le centinaia tra infermieri e personale tecnico che hanno prestato servizio volontario in Angola, Etiopia, Kenya, Mozambico, Ruanda ed Uganda. Fanno parte del Cuamm – medici per l’Africa, un organismo di volontariato internazionale riconosciuto dal ministero degli Esteri idoneo a svolgere attività di cooperazione nei paesi in via di sviluppo. Un genocidio che, per dirla con Nelson Mandela, “sta sabotando il futuro dell’Africa”. “Oggi – dice Luigi Mazzuccato, direttore del Cuamm – nessun paese dell’Africa subsahariana è in grado di far fronte ai bisogni sanitari essenziali senza un contributo generoso della cooperazione internazionale”. Purtroppo, questo contributo non è adeguato alle necessità. L’aiuto allo sviluppo rappresenta infatti solo lo 0, 22 per cento del Pil dei paesi industrializzati membri dell’Ocse, ben lontano dallo 0,70 per cento per cui si erano impegnati. L’Italia poi, avendo nel 2001 destinato alla cooperazione internazionale soltanto lo 0,13 per cento del suo Pil, si è collocata al penultimo posto tra i paesi donatori dell’Ocse (ultimi gli Usa, con lo 0,10 per cento. E, a quanto risulta, da Monterrey non sembra giungano prospettive rassicuranti. Scuola di educazione alla pace Per non improvvisare la pace. Seminari e corsi per animatori, educatori, giovani inseriti in gruppi giovanili ed associazioni. È l’impegno della Caritas diocesana di Roma, preoccupata di offrire occasioni e strumenti di educazione alla pace ed alla mondialità in una prospettiva organica alla propria proposta pedagogica. Nutrito il programma di attività per l’anno 2001- 2002. da corsi di orientamento al servizio civile, a seminari di aggiornamento ed approfondimento per operatori di solidarietà, a campi residenziali di educazione alla pace. Per informazioni: Caritas diocesana di Roma – tel. 06-69886383. Andreotti testimomial per beneficenza Una foto singolare per un senatore a vita. Sull’ultima pagina di alcuni quotidiani, campeggia la foto di Giulio Andreotti che si gusta un bel boccone di formaggio. “Beccato con le mani nel gorgonzola”, recita lo spot. Perché di questo si tratta, anche se ha chiesto che il compenso venga devoluto alla fondazione Don Gnocchi. A lui, spiega, questo formaggio lombardo dal gusto molto forte, con le caratteristiche venature verdastre dovute alle muffe di stagionatura piace davvero. “Magari – dice con il suo solito tocco di arguzia – potrei ricevere dei rimproveri dai romani perché pubblicizzo un formaggio che non è tipico della nostra regione. Però mi piace, e quindi gli ho fatto pubblicità con coerenza”. “Tra noi”: non solo colf Celebra cinquant’anni questo movimento pioniere nell’assistenza agli immigrati, che nel 1952 è stato fondato da don Sebastiano Plutino, recentemente scomparso all’età di 92 anni. Nella parrocchia di Ognissanti sull’Appia Nuova questo figlio di don Orione diede vita dapprima all’associazione Santa Zita, per accogliere ed aiutare moralmente e spiritualmente le lavoratrici domestiche, la categoria che per prima trasformò da italiana in internazionale. “Tra noi” è diffuso in varie città italiane, in Brasile e a Capoverde. A Roma opera al servizio di immigrati provenienti da oltre trenta paesi, che accoglie in “Centri festivi” con attività socioculturali e religiose. Va ricordato in modo particolare il Centro latino- americano che fa capo alla basilica di Santa Maria degli Angeli e il Centro Capoverdiano in via Sicilia, presso le suore missionarie del Sacro Cuore. Il Santo Padre, che li ha ricevuti in udienza l’8 marzo scordo, ha sottolineato il valore della “spiritualità dell’accoglienza”, che li fa “artefici di una vera fraternità universale, dove ogni essere umano si senta accolto senza distinzione di classe sociale, religione, cultura e nazionalità”.

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