Emergenza rifiuti, si affrontano i primi nodi
L’emergenza rifiuti, in Sicilia, ha un nome: Nello Musumeci. A lui, al presidente della Regione che si è insediato 4 mesi fa, il Dipartimento nazionale di Protezione civile ha affidato il ruolo di commissario per affrontare, con poteri straordinari, la difficile situazione dell’isola, alle prese con una situazione complicatissima: le discariche ormai quasi sature, i termovalorizzatori che non sono mai stati realizzati, la differenziata con percentuali ancora troppo basse, la gestione dei rifiuti nelle province avrebbe dovuto essere affidata agli Ato Rifiuti. Ma questi non sono mai decollati e sopravvivono ancora, come inutili carrozzoni. Sono stati sostituiti dalle Srr, strutture consortili gestite direttamente dai comuni che ne fanno parte, ma con esse non si è riusciti a superare la frammentazione che vede protagonisti i singoli comuni, ciascuno con un diverso piano d’ambito per la gestione del servizio di raccolta. Le immagini di Licata, cittadina dell’agrigentino, negli ultimi giorni, sommersa dai rifiuti, confermano quanto sia difficile la situazione nelle varie zone dell’isola.
Oggi, dopo anni di rinvii e di decisioni mai assunte, la situazione è di vera emergenza. Le discariche sono al collasso, per anni il sistema ha funzionato grazie alle tante discusse e controverse discariche private. Per il suo ruolo commissariale, Musumeci sarà affiancato dal dirigente generale del Dipartimento regionale dell’acqua e dei rifiuti, Salvatore Cocina, e dal Prefetto in pensione Vittorio Piscitelli. Cocina è stato dell’Ufficio speciale della Regione Siciliana per la raccolta differenziata nei Comuni della Sicilia, oltre che commissario della città metropolitana di Catania. La sua esperienza in materia di gestione dei rifiuti è decennale: conosce la macchina amministrativa della Regione e le difficoltà di un sistema che non è mai decollato. Vittorio Piscitelli, ex prefetto di Reggio Calabria, è stato, fino al febbraio scorso, Commissario straordinario del Governo per le persone scomparse.
Piscitelli e Cocina si sono incontrati il 21 marzo. Hanno esaminato la situazione, affrontato i primi nodi. Il compito affidato loro dal governo nazionale è arduo. L’ordinanza di nomina, firmata l’8 marzo, prevede una serie di interventi: il trasferimento fuori Regione dei rifiuti, la realizzazione della settima vasca nella discarica di Bellolampo a Palermo, la realizzazione di una nuova vasca per il TPS1 (rifiuti urbani non pericolosi) e una per i rifiuti solidi urbani a Trapani, la realizzazione di un impianto per il trattamento della Forsu (Frazione organica del rifiuto solido urbano, il cosiddetto “umido”) a Castel Termini. Si dovranno inoltre avviare i lavori per la messa in esercizio della discarica dedicata ai rifiuti non pericolosi a Castellana Sicula e si dovrà completare e potenziare e l’impianto di compostaggio della frazione organica proveniente dalla raccolta differenziata nel comune di Vittoria.
La “road map” non c’è ancora, sarà messa a punto nei prossimi giorni. Si dovrà fare i conti anche con i costi non indifferenti, si dovranno ottimizzare scelte, tempi e risultati. Con la consapevolezza che stavolta non si potrà più tornare indietro. L’emergenza ha raggiunto i livelli di guardia e, per prima cosa, non si potrà evitare il trasferimento dei rifiuti siciliani in altre regioni o all’estero. Questo farà innalzare i costi di gestione e questi saranno scaricati sui comuni e, di conseguenza, sui cittadini. Il compito dei commissari non sarà facile.