Emergenza colera ad Haiti
L’Onu: «È il ceppo più pericoloso della malattia».
Dopo il terremoto, la distruzione e la fame, ad Haiti è scoppiata l’emergenza colera. Oltre tremila i contagiati, quasi trecento i morti. E purtroppo, avverte l’Onu, quello che ha attaccato le province rurali per poi estendersi a Port-au-Prince, la capitale, è il tipo 01, che provoca forti crisi di vomito e diarrea capaci di disidratare e uccidere in poche ore. Le persone più a rischio sono i bambini: per salvarli è stata avviata una corsa contro il tempo, con un’azione congiunta di Onu, governo haitiano e organizzazioni umanitarie, ma lo sforzo è immane. Due le province più colpite: Artibonite e Plateau. E proprio il fiume Artibonite, che la popolazione utilizza per le attività quotidiane, potrebbe essere uno dei maggiori veicoli dell’infezione.
Per arginare l’epidemia, è cominciata la distribuzione di sostanze per disinfettare l’acqua, di antibiotici, medicinali contro la diarrea infantile e sali reidratanti. Il timore è che l’epidemia raggiunga le tendopoli della capitale, nelle quali vive un milione di persone. Il 28 novembre ad Haiti si svolgeranno le elezioni presidenziali e legislative; anche per questo le istituzioni cercano di minimizzare un’emergenza che, se non affrontata con serietà, rischia di diventare inarrestabile.