Elton John: i ricordi d’un vecchio bambino

Una quarantina di dischi spalmati in una carriera iniziata allo scadere degli anni Sessanta. Reginald Kenneth Dwight, meglio noto come Elton John, continua ad essere una delle icone più rappresentative dello star-system planetario, oltrecché una delle firme più carismatiche del pop internazionalpopolare. Il suo recente The Captain and the Kid (Universal) lo riporta alla ribalta rispolverando le atmosfere dei suoi anni migliori: ballate pianistiche di gran classe, qualche estroversione più energetica in chiave honky-tonk, l’eleganza semplice ma coinvolgente di linee melodiche costruite con sapienza artigiana. Scritto a quattro mani col fido paroliere Bernie Taupin, il disco è il sequel del suo conceptalbum del ’75 Captain Fantastic and the Brown Dirty Cowboy: un altro viaggio, questa volta a ritroso nel tempo, per sorvolare un trentennio di vita – sua, e dell’America – spargendo sul panorama un bel carico di ricordi struggenti; rammarichi, malinconie, e nostalgie inevitabili per un miliardario quasi sessantenne che dalla vita ha avuto tutto l’umanamente desiderabile, ma anche gli effetti collaterali che questo quasi sempre comporta: eccessi capricciosi, stress da successo, l’impossibilità di una vita normale. Per buona parte della sua straordinaria carriera Elton ha sostanziato, fino a divenirne metafora vivente, i proverbiali scompensi e i disequilibri che spesso fratturano le genialità dell’artista dalle miserie dell’uomo. E lo ha fatto spostando perennemente tra i due limiti il proprio baricentro esistenziale: ora abbagliando col proprio talento, ora sconcertando con le proprie mattane. Un’oscillazione tuttavia, fattasi col tempo – e l’età… – sempre meno estrema. Come molti coetanei di successo, anche il Nostro sembrerebbe sentire l’urgenza di ritrovare il Reginald troppo a lungo nascosto sotto i lustrini dell’Elton: come per ricompattarsi in un unicum capace di rasserenargli la vecchiaia incipiente. Al di là dello splendore formale, questo nuovo esercizio compositivo ed interpretativo assolve a questo compito, prima ancora che a quello, ugualmente necessario, di confermalo ancora capace di emozionare ed emozionarsi. La storia del Capitano e del Bambino riporta in vita fantasmi antichi (Nixon e il Vietnam, per esempio), e ferite più recenti (la tragica fine dell’amico Versace e quella di tante vittime dell’aids); cita Steve Mc Queen, John Lennon, Tennesse Williams come pure umanità assai meno altisonanti; ma anche quando parla di altri, Elton ha un piglio indiscutibilmente autobiografico e a tratti quasi programmatico: nel singolo guida The Bridge canta: E il ponte risplende nel suo freddo acciaio e ti dice: vieni e rischia il tutto per tutto, o muori provandoci ; e nella titletrack: Non puoi tornare indietro, e se ci provi sbagli. Guardando avanti vedo un chiodo arrugginito che regge la scritta verità in vendita. Ed è proprio quello che abbiamo fatto. Nessuna bugia, solo un’altra favola, quella del Capitano e del Bambino. Oggi più che mai, in Elton John c’è un po’ dell’uno e un po’ dell’altro. CD Novità No child soldiers (Egea) Il meglio del sound d’Afrique e delle sue stelle riunito in un cd i cui proventi andranno a quanti s’adoperano per porre fine a una delle tragedie più scandalose della nostra epoca: i trecentomila bambini-soldato che ancora oggi, in diversi paesi del Terzo Mondo, continuano a morire e a veder negato il proprio diritto all’infanzia. Un compendio tanto encomiabile nei fini quanto splendido nel contenuto. The Veils Nux Vomica (Rough Trade) Con gli Strokes e i Libertines, la band britannica è tra i gruppi più in vista del rock contemporaneo. Non inventano nulla (i riferimenti agli Smiths e a certo rock-blues scarnificato sono evidenti), ma il risultato ha tutto il sapore acre dell’oggi. Un disco imprescindibile, almeno per i modaioli…

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