Elezioni in Trentino, un bilancio

Per quanto affidabili i pronostici su chi sarebbe uscito vincitore, la consultazione elettorale di domenica 21 ottobre ha comunque riservato qualche sorpresa

Per primi sono giunti i risultati delle elezioni provinciali a Bolzano. Come da previsioni, appunto, primo partito è risultato essere quello autonomista delle Svp con il 41,9% – il leggero calo dal 45 della scorsa tornata, ma pur sempre sopra il 40 paventato. La vera sorpresa – e per lo stesso diretto interessato, a sua detta – è stata invece il 15,2% della lista civica guidata da Paul Koellensperger, ex M5S, che nell’analisi di molti è riuscito ad intercettare buona parte del voto di centro che non si è riconosciuto in alcuna delle altre coalizioni. Terzo partito la Lega, con l’11,1% – in forte crescita anch’essa, ma non al secondo gradino del podio come da sondaggi pre-elezioni – seguita dai Verdi con il 6,8% e dagli indipendentisti di destra Freilichkeiten con il 6,2. Sotto le aspettative invece in Pd, con il 3,8%, e M5S con il 2,3. Dato che i seggi vengono ripartiti con un sistema proporzionale all’interno del Consiglio provinciale, la Svp – con i suoi 15 seggi su 35 – dovrà allearsi con almeno un’altra lista per ottenere la maggioranza: e se in passato questa era stata il Pd, ora non sarà più sufficiente, dato che i democratici eleggono solo un consigliere. Esclusa l’alleanza con Koellensperger – che sin dalle sue prime dichiarazioni si è posto come la nuova alternativa alla Svp – più probabile è (anche qui, come previsto) quella con la Lega, che è stata peraltro il partito più votato nella città di Bolzano.

Il governatore altoatesino, Arno Kompatscher, durante il voto per il Consiglio provinciale di Bolzano.
Il governatore altoatesino, Arno Kompatscher, durante il voto per il Consiglio provinciale di Bolzano.

Il Consiglio dovrà poi eleggere il presidente. Il nome forte è quello dell’uscente Arno Kompatscher della Svp, che ha ottenuto 68.210 voti di preferenza: 11 mila in meno della scorsa tornata, ma pur sempre abbastanza da lanciare un segnale politico sufficientemente forte ai consiglieri che si troveranno a votare.

Anche in quel di Trento si sono rispettati i pronostici sul vincitore, ossia Maurizio Fugatti con la lista di centrodestra; ciò che non si era pronosticato era la percentuale di consensi, ossia il 46,73%, mentre sotto le attese è stata la lista di centrosinistra di Giorgio Tonini con il 25,4%. Sommando il 12,42% ottenuto dalla lista del presidente uscente Ugo Rossi, staccatosi dal resto del centrosinistra lo scorso agosto, ciò significa che nemmeno correndo insieme – al netto del fatto che la spaccatura ha ragionevolmente determinato una perdita di consensi, per cui si tratta di fatto di un parallelo improprio – i due avrebbero potuto imporsi su Fugatti.

Si ferma invece al 7,1% Maurizio Degasperi del M5S. Partito più votato per il Consiglio provinciale risulta essere la Lega, con il 27,09%, seguita a lunga distanza dal Pd con il 13,93, dal Patt con il 12,59 e dal M5S con il 7,23. Il Carroccio ottiene quindi 14 consiglieri, 5 il Pd, 4 il Patt, e 2 il M5S. Fugatti, che attualmente ricopre il ruolo di sottosegretario alla Salute, ha dichiarato che in settimana parlerà con Salvini per valutare il da farsi, essendo le due cariche incompatibili.

Come previsto, queste elezioni hanno suscitato una vasta eco anche a livello nazionale per le ripercussioni che hanno sulla compagine di governo. Se la Lega con Salvini plaude ai risultati ottenuti sia a Trento che a Bolzano e ne esce rafforzata, il M5S mette in chiaro, soprattutto a Trento, che qui non ci saranno alleanze giallo-verdi. Da notare comunque che, in questi territori di confine, nelle dichiarazioni a livello bipartisan c’è sempre stato uno sguardo non solo all’autonomia provinciale, ma anche al resto d’Europa: e qui sta la sfida, soprattutto in casa Lega a Bolzano, di coniugare la linea poco conciliante con Bruxelles mantenuta a livello nazionale con quella europeista della Svp nel caso in cui l’alleanza vada in porto.

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