Elezioni Sicilia, bene Fratelli d’Italia e 5 Stelle. Schifani nuovo governatore

Successo della coalizione guidata dall’ex presidente del Senato, ma è Fratelli d’Italia il primo partito. La rivincita di Musumeci, costretto a non candidarsi ed eletto senatore. I 5 Stelle sono il primo partito. L’isola sempre più povera chiede attenzione al nuovo governo nazionale e teme l’autonomia differenziata.
Foto: La Presse

Nello Musumeci lascia e lo fa da vincitore. Con 150.000 voti è eletto al Senato della Repubblica nel collegio uninominale di Catania. L’ex governatore ringrazia per il largo suffragio a Fratelli d’Italia e «Catania, la mia città, che ancora una volta mi ha dato fiducia. Il mio impegno per la Sicilia continuerà anche al Parlamento nazionale».

Renato Schifani fa un percorso inverso. Lascia Palazzo Madama (dove era stato anche presidente dal 2008 al 2013) e si insedia a Palazzo d’Orleans.

L’onda d’urto di Giorgia Meloni premia Fratelli d’Italia, percentuali nettamente minori per gli altri quattro partiti Forza e Lega (la lista siciliana si chiama “Prima l’Italia”), ma anche Dc e Popolari e Autonomisti. Dietro queste ultime due sigle ci sono due ex presidenti della Regione, Totò Cuffaro nella Dc (che ha inglobato anche l’Udc) e Raffaele Lombardo per i Popolari e Autonomisti.

Schifani supera il 40 per cento dei suffragi, poco meno delle liste collegate, ma con una forte rappresentanza nell’assemblea regionale siciliana che, nell’isola, si chiama “Parlamento siciliano”.

La sorpresa di questa tornata elettorale ha il nome e il volto di Cateno De Luca. L’ex sindaco di Messina guida un movimento di protesta, alternativo, che si colloca nel centrodestra ma con una sua piena autonomia. De Luca si attesta sul 24-25 per cento, mentre la sua lista più rappresentativa, “Sud chiama Nord”, sfiora il 14 per cento, tutte le altre restano su percentuali più basse. Il successo è soprattutto suo, le sue liste scontano un’organizzazione nel territorio ancora molto recente. De Luca però incassa l’elezione di sue suoi rappresentanti a Roma, uno alla Camera, uno al Senato, vincitori nei collegi uninominali.

La presenza di De Luca e soprattutto quella del Movimento 5 Stelle, che ottengono alcuni collegi nazionali nell’uninominale e che eleggono una discreta pattuglia a Palazzo dei Normanni, impediscono il cosiddetto “cappotto”. Il centrodestra partiva con un indubbio vantaggio e qualcuno temeva che potesse aggiudicarsi tutti gli eletti nell’uninominale . Così non è stato, né per quanto riguarda il voto romano, sia quello per l’Ars. A Palermo, per governare, Schifani dovrà tendere una mano a Cateno De Luca e lo ha fatto, fin dal pomeriggio, proprio Gianfranco Miccichè, il plenipotenziario di Berlusconi in Sicilia, che con il suo “no” alla ricandidatura di Musumeci ha fortemente condizionato l’esito delle elezioni regionali. «Sbaglia chi sottovaluta De Luca o non aveva messo in conto il suo risultato» ha detto Miccichè.

Ottima la performance del Movimento 5 stelle, che fino al pomeriggio era il primo partito siciliano, con un testa a testa con Fratelli d’Italia. Il candidato presidente, Nuccio Di Paola, supera di poco il 15 per cento, così come la candidata del centrosinistra, Caterina Chinnici. Per la figlia del magistrato ucciso dalla mafia in via Pipitone Federico, a Palermo, un risultato deludente, così come deludente è stato il voto del PD, che in Sicilia ha una percentuale molto più bassa rispetto al resto del paese, arrestandosi sul 12 per cento

«La destra ha vinto, ma avrebbe perso se tutto il centro sinistra si fosse presentato insieme – commenta Giovanni Barbagallo, ex deputato regionale, esponente di spicco del Pd siciliano. La destra avrà una maggioranza ampia in parlamento, per gli effetti di una legge che premia soltanto chi si aggrega!

In campagna elettorale sono emerse differenze programmatiche sostanziali tra la Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia in materia di autonomia differenziata, di politica internazionale e di attuazione del PNRR! Spero che riescano a trovare l’accordo sulle cose da fare e i problemi da risolvere!».

E aggiunge: «La Sicilia è una polveriera. Qui molta gente vive al di sotto del livello di sopravvivenza. Vedremo quali scelte farà la Meloni: ma l’autonomia differenziata potrebbe dare il colpo di grazia. Su questo, anche il nuovo governo regionale di Schifani dovrà fare la sua parte. L’isola potrebbe esplodere da un momento all’altro».

Ida Carmina, ex sindaco di Porto Empedocle, è stata protagonista assoluta nel voto dell’agrigentino, dove i 5 Stelle si impongono con forza. Lei dovrebbe essere eletta nel plurinominale. Avrà la responsabilità di guidare una pattuglia di parlamentari che a Roma dovrà lavorare in sinergia con Palermo. Carmina sottolinea la «grande rimonta del movimento 5 Stelle, soprattutto in Sicilia. Il popolo siciliano ha compreso le misure del movimento che hanno uno sguardo nei confronti degli ultimi, che ha adottato provvedimenti di tutela sociale, come il reddito di cittadinanza, che propone una tutela vera dell’ecologia e dell’ambiente. Abbiamo varato l’ecobonus, che ha permesso di rilanciare un settore importante dell’economia. I 5 Stelle sono anche i padri della legge che ha tagliato i costi della politica, tagliando il numero dei parlamentari. Io spero che il nuovo governo dia la giusta attenzione al sud e noi saremo a vigilare su questo».

Parla di un «grandissimo risultato del centrodestra» anche Salvo Liuzzo, dirigente nazionale di Italia Viva ed egli stesso candidato uninominale nel ragusano. «I cittadini hanno deciso, la Meloni ha diritto. Il Pd in Sicilia ha avuto un crollo. La cura Zingaretti e Letta non ha funzionato in tutto il paese, ma in Sicilia il risultato è inatteso e preoccupante. Registro un risultato importante del Movimento 5 Stelle a sud. Conte a Scampia ha avuto quasi un plebiscito. Per Azione e Insieme inizia una nuova fase. Questa alleanza dovrà continuare e io spero che sfoci nella nascita di un nuovo unico partito».

Salvo Sallemi è un neo senatore di Fratelli d’Italia eletto all’uninominale nel collegio di Ragusa. «Grande risultato. A noi eletti ora il compito di rappresentare la Sicilia e le sue istanze . L’asse Roma – Palermo sarà fondamentale per la nostra isola».

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