Elezioni presidenziali sotto tensione

Come era stato previsto, la giornata elettorale di giovedì è stata funestata da scontri tra polizia e protestanti ostili al presidente uscente

In violenti scontri con le forze dei polizia, che hanno usato gas lacrimogeni e talvolta sparato veri proiettili per disperdere i manifestanti, almeno tre uomini sono stati uccisi in margine alle elezioni presidenziali, due a Kisumu e Homa Bay, secondo fonti di polizia e ospedaliere. La votazione è stata rinviata a sabato in quattro contee del Kenya occidentale (Homa Bay, Kisumu, Migori e Siaya) colpite giovedì da violenti scontri tra sostenitori dell’opposizione e la polizia, ha annunciato Chebukati Wafula, presidente della Commissione elettorale (Iebc). Eppure il presidente della Iebc aveva deciso di tenere comunque nel Paese le elezioni, dopo aver ricevuto «rassicurazioni» da parte delle autorità che la sicurezza di tutti sarebbe garantita.

In alcune roccaforti dell’opposizione, alcuni sostenitori del contendente Raila Odinga hanno bloccato l’accesso ai seggi elettorali, la maggior parte dei quali sono stati semplicemente chiusi, cosicché il materiale elettorale non ha potuto essere recapitato e i funzionari elettorali temendo per la loro sicurezza non si sono presentati. A Kisumu, nell’Ovest, nel villaggio di Kondele, i manifestanti hanno eretto barricate bruciando pneumatici. La polizia ha usato lacrimogeni per disperdere questi gruppi.

Così, a differenza del voto dello scorso agosto, in cui la popolazione aveva votato in massa, il voto di giovedì non ha drenato le folle. Credendo che l’elezione non potesse essere trasparente ed equa, il leader dell’opposizione, Raila Odinga, 72 anni, ha invitato i suoi sostenitori a «rimanere a casa», aprendo la strada alla rielezione del presidente in carica Uhuru Kenyatta, 56 anni, che si è confrontato con sei candidati minori. Wafula Chebukati stesso aveva detto la scorsa settimana che non riteneva che l’Iebc fosse in grado di garantire una consultazione credibile. Raila Odinga, alla vigilia delle elezioni, ha perciò chiesto la creazione di un “movimento nazionale di resistenza” contro «l’autorità illegittima del governo».

Ricordiamo che il voto di giovedì è stato organizzato dopo l’annullamento, avvenuto il 1° settembre da parte della Corte suprema delle elezioni dell’8 agosto, dopo di che il presidente uscente Uhuru Kenyatta era stato dichiarato vincitore con il 54,27% dei voti contro il 44,74% attribuito a Odinga. Per settimane il Paese è stato immerso nella sua peggiore crisi dopo le violenze politico-etniche del 2007-2008 (almeno 1.100 morti). Ciò ha evidenziato le profonde differenze sociali, geografiche e etniche che il Kenya affronta con i suoi 48 milioni di abitanti. Ora ci si chiede quando e come verrà dichiarato vincitore Kenyatta, e quali conseguenze vi saranno nel Paese intero.

 

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