Elezioni presidenziali ad alta tensione

Domenica i maliani sono andati alle urne per eleggere il loro nuovo presidente. Quello in carica, Ibrahim Boubacar Keïta, affronta 23 candidati, tra cui il leader dell'opposizione Soumaïla Cissé

Se il voto per le presidenziali è avvenuto in condizioni normali nelle grandi città, la cosa è stata diversa nel Nord e nel centro del Paese, nonostante la maggiore presenza di forze di sicurezza per far fronte alla minaccia dei jihadisti. Il tasso di partecipazione non è stato divulgato, ma sembra debba essere particolarmente basso.

In diverse zone del Nord e del centro gli attacchi jihadisti hanno colpito in zone a bassa densità abitativa. Secondo il ministero della Sicurezza nazionale, «gli incidenti hanno impedito il voto in 105 uffici su oltre 23 mila». 61 seggi elettorali non hanno potuto aprire nelle regioni di Mopti (al centro) e Timbuktu (Nord-Ovest), perché i materiali elettorali erano stati “sequestrati”. Nella regione settentrionale del Kidal, il seggio elettorale nella città di Aguelhok è stato brevemente chiuso dopo che i membri del Gruppo a sostegno dell’Islam e dei musulmani (il Gsim), affiliato con al-Qaeda, hanno lanciato una decina di colpi di mortaio senza tuttavia fare una sola vittima.

Più a Est, nella città rurale di Gandamia, undici seggi sono stati saccheggiati, i funzionari elettorali attaccati e le attrezzature distrutte. Ancora, a Lafia, una città di 16 mila abitanti a est di Timbuktu, degli uomini armati hanno bruciato le urne la scorsa notte. Il voto è stato così annullato.

I gruppi armati non solo hanno aumentato la loro azione, minando gli accordi di pace firmati nel 2015, perché le violenze, in precedenza circoscritte al Nord del Paese, si sono diffuse anche al centro e nel Sud del Mali, oltre che nei vicini Burkina Faso e Niger, anche se spesso queste violenze cosiddette jihadiste sono in realtà mescolate con conflitti intercomunitari.

Dopo che ogni centro avrà pubblicato i risultati locali, i primi risultati a livello nazionale, seppur parziali, sono previsti a circa 48 ore dal voto. Ma il governo ha cinque giorni per annunciare i risultati finali.

 

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