Elezioni in Germania, trattative per un nuovo governo

L’esito delle elezioni parlamentari di domenica scorsa è stato molto vicino ai risultati dei sondaggi delle ultime settimane. Una continuazione della “grande coalizione” è possibile, ma non è desiderata da ambedue i partiti coinvolti. Perciò è più probabile una coalizione a tre partiti, che però dovrebbero essere pronti a superare differenze notevoli tra i loro programmi politici. Sta iniziando la fase dei colloqui tra i rappresentanti dei partiti, per scandagliare con chi vale la pena entrare in trattative per una coalizione.
Olaf Scholz (Wolfgang Kumm/dpa via AP)

Cominciamo con i risultati: il 25,7% ha votato per la Spd, i socialdemocratici; il 24,1% per la Cdu/Csu, l’Unione cristianodemocratica/cristianosociale; 14,8% per i verdi; 11,5% per la Fdp, i liberali; 10,3% per la Afd, partito populista di destra; 4,9% per la sinistra, che perciò non raggiunge la soglia del 5% necessario per entrare in Parlamento. Sarà però rappresentato perché è riuscito a vincere almeno tre mandati diretti nelle circoscrizioni elettorali.

Olaf Scholz (AP Photo/Michael Sohn)

Finché si esclude una nuova edizione della “grande coalizione”, sia la Spd che la Cdu avrebbero bisogno di due “partner” per ottenere assieme una maggioranza nel Bundestag e poter formare un governo. Ambedue vogliono essere fedeli al loro principio di non collaborare con la Afd. La sinistra non è più a disposizione. Rimangono come candidati i Verdi e i liberali, che politicamente però divergono molto. Queste due forze vogliono ora confrontarsi  per capire se c’è la possibilità di entrare insieme in coalizione. La Fdp preferirebbe di mettersi insieme alla Cdu, i Verdi invece con la Spd.

Mentre i verdi vorrebbero implementare una politica climatica anche negli ambiti dell’economia, del traffico e dell’agricultura, la Fdp ha piuttosto l’obiettivo di stimolare l’economia. Quest’ultima, a differenza della Spd, è contro un aumento delle tasse e un freno al debito sulla spesa pubblica. Se Fdp e Verdi riuscissero a trovare un accordo fra loro potrebbero decidere di rivolgersi alla Spd per formare una cosiddetta – a causa dei colori dei partiti – coalizione “semaforo” oppure alla Cdu per una coalizione “Jamaica”. Fdp e Verdi sono tra i partiti più piccoli, tuttavia potrebbero diventare “Kingmaker”, cioè influenzare notevolmente chi sarà il futuro cancelliere.

Armin Laschet (AP Photo/Martin Meissner)

Superare le differenze fra i partiti ed elaborare un programma di governo comune non sará facile. Ricordiamoci che quattro anni fa Christian Lindner della Fdp, dopo lunghe trattative di coalizione con la Cdu e i Verdi, si era ritirato indietro giustificandosi così: «Meglio non governare che governare male». Intanto, anche le squadra di Olaf Scholz (Spd) non rimarrà fermo ma inizierà dei colloqui di sondaggio con diversi partiti. Armin Laschet, candidato della Cdu, aveva scatenato reazioni contrastanti la notte delle elezioni con il suo annuncio di voler lavorare anche lui per formare un governo. La Cdu/Csu nel frattempo si è astenuta dal sottolienare il messaggio di Laschet, ma è pronta a sostenerlo se gli altri partiti non possono accordarsi su una coalizione a semaforo.

Nelle elezioni l’elettorato ha deciso la composizione del Parlamento. A seconda dei risultati dei negoziati di coalizione, il presidente federale proporrà al Bundestag un candidato alla cancelleria federale per l’elezione. I leader dei partiti vogliono fare la loro parte per raggiungere un risultato al più tardi entro Natale. Ci auguriamo che riescano, anche prima.

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