Elezioni Europee. Le domande da non eludere

Il dibattito sulla prossima scadenza elettorale è impantanato su polemiche personali di basso profilo. Un terzo degli elettori ignora la data delle elezioni di un Parlamento che dovrà invece dare risposte decisive per il futuro dell'intero globo. Una proposta del Movimento politico per l'unità per dare spazio ai cittadini
Parlamento Europeo

Fino al 23 maggio si stanno incontrando a Washington delegati europei e statunitensi per definire i contenuti del trattato di libero scambio tra Europa e Usa. Le maggiori economie del pianeta stanno definendo le regole di un mercato unico, con tante opportunità e insidie, e sarà il prossimo Parlamento europeo a doverlo verificare e questo mentre il dibattito in Italia si concentra sulle chiacchiere da cortile con sovraesposizione dei soliti esponenti dei partiti. Secondo l’Ispo (istituto di ricerca sulla pubblica opinione) un terzo degli italiani ignora del tutto la scadenza elettorale.

L’economista Becchetti introducendo i lavori del laboratorio di politica e finanza avviato dal Movimento politico per l’Unità italiano, in tempi lontani come il settembre 2013, ha detto che «dobbiamo metterci in testa che l’Europa non è il buen retiro dei politici falliti ma il luogo dove oggi si decide quasi tutto dei nostri destini. E quindi le elezioni europee e il prossimo semestre italiano sono un’occasione fondamentale per modificarne l’agenda», ad esempio «globalizzazione e libero scambio non sono il fine a cui sacrificare ambiente e diritti ma il mezzo per avere uno sviluppo socialmente ed ecologicamente sostenibile».

La federazione europea delle banche etiche ha invece ribadito che «la causa più evidente della crisi che sta colpendo l'Europa ormai dal 2007 è sicuramente il modello di sviluppo intrapreso, a partire dai primi anni '90, dalla finanza mondiale. I mercati finanziari si sono sviluppati in modo incontrollato ma questo sviluppo non sarebbe stato possibile senza leggi e decisioni politiche permissive e accondiscendenti, e negli ultimi vent'anni la politica si è progressivamente piegata al mondo finanziario. Inoltre, di fronte a questi fenomeni di portata globale, i cittadini si sentono spesso impotenti, semplici "spettatori" di processi apparentemente lontani dal quotidiano, che a prima vista non si riescono ad influenzare».

Quali dei prossimi candidati che potremo scegliere, perchè potremo scrivere sulla scheda nome e cognome, hanno qualcosa da dire su questi temi? Il relatore della Commissione Affari sociali dell’appena disciolto Parlamento europeo, ha ribadito che questa grande assise è stata «completamente messa ai margini in tutte le fasi del programma di austerity dettato dalla cosiddetta Troika (Commissione europea, Banca centrale europea, Fondo monetario internazionale), dato che l’Unione europea non era sufficientemente preparata ed equipaggiata per fronteggiare questo tipo di crisi e i metodi utilizzati e le decisioni prese sono stati improvvisati e gestiti tramite dei processi intergovernativi» con tutti i noti disastri sociali ora censurati da quasi tutti i partiti. Ma chi dei candidati in lista è capace di assumersi in maniera convinta la responsabilità di intervenire per correggere le distorsioni del sistema finanziario, ridando alla politica il ruolo che merita?

Come esercizio di cittadinanza attiva e consapevole in prossimità delle elezioni europee del 25 maggio prossimo proponiamo ai lettori di rivolgersi ai candidati del proprio collegio con alcune delle domande che sono state poste durante l’incontro promosso dal Mppu internazionale lo scorso 15 maggio a Frascati e che si possono estendere a tutte le circoscrizioni.

Ecco i quesiti:

a) Lei come candidato cosa intende fare per garantire quella separazione tra banche che svolgono attività finanziarie rischiose e banche basate principalmente sulla raccolta del risparmio? Riterrebbe opportuna una completa separazione giuridica tra banche commerciali e banche di investimento?

b) Cosa intende fare per contrastare i Paradisi fiscali, fonti importanti di quelle distorsioni che hanno causato la crisi finanziaria?

c) Cosa succede con i "candidati" alla Presidenza Commissione UE se il Consiglio europeo non rispetta le indicazioni di voto nella scelta del candidato?

d) Quali dovrebbero essere le priorità del semestre di Presidenza italiano della UE da luglio a dicembre 2014?

e) Che ne pensa dei criteri di Maastricht e del Fiscal Compact?

f) Che ne pensa di passare alla maggioranza qualificata nelle decisioni di politica estera?

g) Che ne pensa di una difesa integrata europea

h) Come gestire le crisi alle frontiere europee?  (Vicino Oriente, Partenariato Euro-mediterraneo; Ucraina, Primavera Araba)

i) Che ne pensa del Trattato di libero scambio UE-USA: un bene per l'Italia?

j) Che ne pensa delle politiche di immigrazione, e in particolare dell’attuale regolamentazione (Dublino) del diritto d'asilo, che pone un onere sproporzionato solo ai Paesi dove i richiedenti asilo arrivano o approdano?

k) Che ne pensa di un'Europa a più velocità (specie nel caso la Gran Bretagna decidesse di chiamarsi fuori dal processo di integrazione con il referendum previsto nel 2017)?

l) Che ne pensa della politica agricola comune, definita come protezionista da molti Paesi africani e dell'America Latina?

m) Che ne pensa sulla dipendenza energetica dell'Europa?

n) Quale rapporto l'Europa dovrebbe avere con i Paesi del Mediterraneo e del Medio Oriente?

o) Cosa ne pensa di un ulteriore allargamento dell'UE ai Balcani (Serbia, Albania) e alla Turchia?

p) Cosa ne pensa della questione delle "tre sedi" del Parlamento Europeo (Bruxelles, Lussemburgo e Strasburgo) con i relativi costi e diseconomie?

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