Elezioni 2022, perché nessuno parla di finanza?
La finanza etica è nata dai movimenti della società civile e con essi cresce e si confronta da oltre 20 anni.
In vista delle elezioni politiche del prossimo 25 settembre il Gruppo Banca Etica ha aderito all’appello della società civile che chiede ai partiti di mettere al centro dell’azione politica la sussidiarietà; la partecipazione attiva alla costruzione di un’Europa sempre più solidale; la scuola e la formazione continua; il lavoro dignitoso; un welfare capace di mitigare le diseguaglianze; la produzione diffusa e cooperativa di energia da fonti rinnovabili.
Purtroppo dobbiamo rilevare come i temi della finanza siano completamente assenti dal dibattito pre-elettorale e dai programmi dei partiti.
Eppure è evidente che le banche e le società di investimento hanno un grande potere nell’indirizzare le economie e nel definire il modello di società in cui viviamo.
Il modo in cui le banche investono il denaro di risparmiatori e investitori ha impatti immediati sul tessuto produttivo, sull’ambiente, sulla tutela dei diritti e sulla lotta alle diseguaglianze.
Il movimento della finanza etica in oltre vent’anni di esperienza sul campo ha sviluppato un modello di business capace di orientare gli strumenti finanziari (crediti, risparmi, investimenti, polizze assicurative, etc) verso obiettivi quali la tutela dell’ambiente, il contrasto ai cambiamenti climatici, la promozione dei diritti e la lotta alle diseguaglianze.
Da sempre chiediamo alla politica di liberarsi dalla subalternità alla finanza e di indirizzare l’intero sistema finanziario attraverso misure che potrebbero contribuire a uno sviluppo più sano, equo e sostenibile.
Il prossimo Parlamento e il prossimo Governo dovranno affrontare alcuni temi cruciali:
- Lotta alla speculazione finanziaria: ad esempio con una “Tobin Tax” per contrastare la speculazione finanziaria che impatta così tanto sui prezzi e sull’accessibilità di beni primari come il cibo e l’energia.
- Inclusione finanziaria per favorire l’inclusione sociale: con la chiusura di tante filiali su tutto il territorio e in particolare nelle aree fragili e al Sud aumentano le persone soggette a esclusione finanziaria. L’accessibilità dei servizi finanziari va invece difesa come strumento di inclusione sociale e contrasto all’usura.
- Europa: l’Italia deve partecipare attivamente ai tavoli istituzionali, tecnici e politici dell’UE per una politica finanziaria più sostenibile e coerente con gli impegni assunti per l’Agenda 2030 e nelle convenzioni per lo sviluppo sostenibile.
- Finanza e Terzo Settore: se crediamo che il ricco mondo del non profit e dell’associazionismo sia veramente un motore del futuro è necessario normare diversamente la concessione di credito al terzo settore.
- Finanza per la transizione energetica: servono misure per rendere realmente trasparente l’impatto ambientale degli investimenti delle banche e delle società finanziarie, per permettere a risparmiatori e investitori di distinguere le iniziative di greenwashing da quelle genuinamente orientate a coniugare la redditività degli investimenti con il contrasto ai cambiamenti climatici e la tutela dell’ambiente.
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