Eleonora Abbagnato nell’omaggio a Roland Petit

Al Teatro Comunale Luciano Pavarotti di Modena la ballerina palermitana, étoile all’Opéra de Paris, in scena col Corpo di Ballo dell’Opera di Roma con uno spettacolo dedicato a uno dei più grandi coreografi del '900
Eleonora Abbagnato

A poco più di un anno dalla nomina a direttrice del Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma, Eleonora Abbagnato ha rilanciato la compagnia in grande stile e con grande successo, permettendo ora anche tournée in Italia, con lei protagonista. Mentre è attesa, dal 5 all’11 maggio, all’Opera di Roma in “Le Parc”, balletto di Angelin Preljocaj, in coppia con Stéphane Bullion, étoile dell’Opéra di Parigi, l’abbiamo vista al Teatro Comunale di Modena nella “Soirée Roland Petit”, l’omaggio al coreografo francese (1924-2011) che da bambina la scelse per il ruolo di Aurora in “La bella addormentata nel bosco”, permettendole di spiccare il volo nella scuola di danza dell’Opéra di Parigi e poi nella compagnia dove, a soli ventidue anni, fu promossa Première danseuse, e dove, dal 2013, è étoile.

 

Tre i titoli scelti per la serata modenese: “L’Arlesienne”, “Le Jeune homme et la mort” (1946), e “La Rose Malade” (1973), quest’ultimo interpretato per la prima volta dalla Abbagnato lo scorso anno al Festival di Spoleto. La breve coreografia fu creata per la grande ballerina Maja Pliseckaja, nel 1973. Petit trasse ispirazione dal poemetto di William Blake “The marriage of Heaven and hell”, dove viene esaltato il tema del dissolvimento. L’inizio, a sipario aperto, è con un brevissimo frammento del poema di Blake recitato dalla inconfondibile voce, registrata, di Petit.

 

Sulla musica di Gustav Mahler, il celebre “Adagietto” noto soprattutto per il film di Visconti “Morte a Venezia”, “La rose malade” è un passo a due d'amore e di morte, appassionato e disperato, romantico e tormentato, in cui due destini si incrociano in un'atmosfera quasi di sogno. Una donna, una ballerina, si perde tra le braccia dell'uomo fin quasi a dimenticare e a smarrire la propria identità. Il suo corpo freme, langue, si abbandona dolcemente e, in slanci pieni di ardore si protende verso l'alto riprendendo vigore. Si apre in cerca di luce, mostra tutta la sua bellezza. Poi agita le braccia, fra quelle del partner che la sostiene e contiene, come fossero petali che pian piano si scollano dalla corolla. Languisce, impallidisce, triste s'ammala, e, senza più profumo, sfiorisce adagiandosi definitivamente. Coreografia di classicismo puro, ha trovato nella Abbagnato, col bravo partner Giuseppe Schiavone, una struggente e conturbante interpretazione.

 

L'altra vicenda drammatica, legata anch'essa dal tema dell'amore, è "L'Arlésienne" dal racconto di Alphonse Daudet e musica di Bizet, danzata dalla coppia Rebecca Bianchi e Alessio Rezza, interpreti di grande intensità. Sul fiammeggiante fondale di Van Gogh, un campo di grano giallo-oro sotto un sole infuocato, il poetico e struggente balletto è ispirato al tema romantico di una passione che porta alla follia fino alla morte. Con eleganza e sensibilità di sfumature, la ballerina conferisce tremori e palpiti al personaggio di Vivette che non riesce a fermare l'amato Frederi, innamorato dell'ombra della "sua" Arlesiana. Il giovane infelice, dopo una danza travolgente segnata dalla pazzia, finirà col lanciarsi nel vuoto da una grande finestra inseguito dal fantasma della sua mente.

 

Immancabile, nell’Omaggio, il breve balletto “Le jeune homme et la mort”, creazione che rese famoso l'allora poco più che ventenne coreografo. Balletto–simbolo dell'esistenzialismo francese del Dopoguerra, ricavato da un soggetto di Jean Cocteau scritto proprio per Petit, descrive la disperazione di un giovane artista solitario, attanagliato da un'angoscia e una noia esistenziale, che, sedotto dalla morte, incarnata da una glaciale fanciulla vestita di giallo e con guanti neri, con la quale ingaggia una lotta avvincente, finisce per impiccarsi prima che questa torni sotto altre sembianze – in elegante abito bianco lungo, guanti rossi, e una maschera sul volto – per prenderselo dal suo atelier e volare via attraverso i comignoli di una Parigi notturna. Sulla partitura di una “Passacaglia in do minore” di Bach, il ragazzo, vestito con una salopette blu, si dà anima e corpo all'estrema visitatrice che inizialmente appare nobile e fiera. Di vibrante partecipazione fisica ed emotiva sono i due interpreti: Stéphane Bullion, che ha saputo rendere con l'intensa espressività del movimento disarticolato e morbido, brusco e suadente, quel “mal de vivre” che è, insieme, infelicità e sentimento estremo; e la Abbagnato, dominatrice spietata dell'uomo, di una bellezza morbida e glaciale.

 

“Soirée Roland Petit”, con Eleonora Abbagnato e il Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma. Coreografie di Roland Petit, riprese dal Direttore dei Ballets Roland Petit, Luigi Bonino. Produzione Fondazione Teatro dell'Opera di Roma in coproduzione con Daniele Cipriani ENTERTAINMENT. Al Teatro Comunale Luciano Pavarotti di Modena. Al Teatro Massimo di Palermo, dal 15 al 19 giugno 2016.

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