Educazione: un atto d’amore

Da tutta Europa e oltre per dire che educare non è solo “emergenza”. Un appuntamento patrocinato dalla provincia di Trento e dalla rappresentanza in Italia della Commissione Europea  
Giovani Studenti

Cosa unisce pro-decani e professori universitari, genitori, professori e insegnanti dei vari livelli scolastici, amministratori, autisti di scuola bus, giovani studenti, provenienti da una ventina di nazioni Europee, da tutta Italia e con rappresentanti da India, Usa, Brasile, Cuba, Zimbabwe, Burundi? Certamente una grande passione! 

 

Passione che si avvertiva nell’aria in ogni angolo del affollatissimo “Centro Chiara Lubich”   che ha ospitato nei giorni 9 e 10 ottobre 2010 i 420 partecipanti all’Incontro pedagogico europeo: una due giorni promossa da EdU educazione-unità (www.eduforunity.org) col Patrocinio della Provincia di Trento e della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea.

Passione che, pur in un momento non facile per l’educazione e spesso indicato con termini quali “emergenza” o “catastrofe”, scaturiva delicata ma decisa dalle relazioni, testimonianze, lavori di gruppo.

 

Passione che ha suggerito un titolo che potrebbe rischiare di apparire “scandalosamente ingenuo” ma che emerge da convinzioni ed esperienze profonde e radicate, condivise tra tanti, tra molti più di quelli che si potrebbe immaginare.

Un passione che ha le sue radici nella passione per la persona umana, tassello di quella fraternità universale verso cui tendere e che si può realizzare con precisi percorsi e strumenti, quali l’ “arte d’amare” proposta da Chiara Lubich (in una videoregistrazione tratta dal suo discorso in occasione della cittadinanza di Roma nel 2000). Un’arte certo nota ad altri, basti pensare a Fromm, ma che spesso stenta a trovare il suo giusto spazio nell’educativo, ridotta a generica intenzione e non a impostazione di stili, metodi, curricoli.

 

 

Occorre quindi negli educatori un «nuovo slancio», come autorevolmente sottolineato nella relazione d’apertura del prof. Bruzzone (Università Cattolica, Piacenza), il puntare su educatori capaci di essere «costruttori di relazioni» e di aprire «vie di reciprocità», come indicato dagli interventi della Commissione internazionale EdU.

In un continuo intessere i fili di teoria e pratica, di metodologia e vita, si sono susseguiti momenti di lavoro in gruppo, approfondimenti di metodi e strumenti (quali l’educazione interculturale, l’educazione pro sociale, la didattica del dado dell’amore) e testimonianze.

 

Significative tra queste quelle dell’onorevole Giovanni Bachelet, figlio del professore e giurista ucciso dalle Brigate rosse nell’80 e di tre dirigenti di scuole dell’Irlanda e dell’Irlanda del Nord che hanno testimoniato la forza dell’amore autentico in situazioni molto difficili.

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