Eder l’oriundo decisivo

Senza brillare, l’Italia esce imbattuta dalla partita con la Bulgaria. In campo più pioggia che fantasia. Conte soddisfatto a fine gara
Eder

Italia bagnata, per nulla fortunata e quasi vicina a quello che stava per suonare come un inquietante editto bulgaro. Nel tutt’altro che gremito Vasil Levski Stadion di Sofia gli azzurri di Antonio Conte non vanno oltre il pareggio per 2-2 al termine di una partita resa inaspettatamente insidiosa: campo appesantito dalla copiosa pioggia battente, scarsa qualità della manovra azzurra e la grintosa prova di una Bulgaria apparsa per la verità tutt’altro che irresistibile, gli ingredienti per un pareggio forse non troppo amaro ma certo sul quale meditare.

Se è vero che la statistica non ci ha mai visto vincenti a Sofia, dati i due pareggi del 2012 e del 2008 e la sconfitta per 3-2 nel lontano 1968, è altrettanto palese che la partita appariva decisamente in discesa già dopo tre minuti, quando Minov deviava nella propria porta un cross dalla sinistra di Bertolacci nel tentativo di anticipare Zaza. Prima ancora, Immobile aveva divorato un gol a tu per tu con il portiere Stoyanov, mentre poco dopo Candreva spara una bordata che costringe in angolo dalla distanza su punizione lo stesso estremo difensore. Gli avversari sbandano, sembrano poco inclini al palleggio, ci si aspetterebbe perciò una serata facile: neanche per sogno.

Bastano due ripartenze in sei minuti per ribaltare completamente il risultato e mostrare la distrazione della nostra retroguardia, che avremmo dato per scontato fosse assodata con il terzetto Barzagli-Bonucci-Chiellini: Popov, talentuoso numero 10 del Kuban Krasnodar che sale in cattedra nel primo tempo, secca Sirigu con un preciso diagonale, quindi orchestra la ripartenza che porta Micanski a firmare di testa il 2-1 su cross dalla destra. Le assenze di Buffon, influenzato, Santon, Pirlo, De Rossi e Marchisio, per diversi motivi, si fanno sentire, ed il centrocampo a 5 schierato da Conte fatica ad imbastire azioni fluide: Darmian e Antonelli offrono buona corsa, ma non lo spunto dell’ala in grado di determinare affondi decisivi, mentre Bertolacci e Candreva non riescono a imporsi con autorevolezza nonostante il dinamismo del nostro baby regista Verratti.

La svolta ad una gara che pare indirizzata anche nel secondo tempo a spegnersi mestamente nella pioggia arriva proprio grazie al tanto dibattuto oriundo appena convocato da Conte, Eder: l’italo-brasiliano assesta un destro al fulmicotone dal limite all’83° che annichilisce i bulgari e le loro traballanti sicurezze. Limitandosi a coprire solo la loro metà campo, gli avversari accusano in particolare l’ingresso in campo di Gabbiadini, terzo attaccante che sposta gli equilibri tattici, per Antonelli, ma proprio il neo entrato attaccante in forza al Napoli divora un gol quasi fatto dall’interno dell’area in girata a tu per tu con il portiere bulgaro, che sarebbe valso addirittura i tre punti.

Il quinto turno del gruppo H di qualificazione a Euro 2016 vede così la Croazia dilagare e scappare al primo posto in classifica, ma gli azzurri allungano a due punti la distanza dalla Norvegia, terza, e mantengono a sei punti di distacco la nazionale di Petev. Tabù bulgaro da sfatare a parte, la pioggia di Sofia lava via se non altro le polemiche sulla convocazione dei cosiddetti oriundi: contro la Bulgaria, l’unica nota davvero positiva è arrivata proprio da Eder, unico uomo in grado di spezzare equilibri che sembravano ineluttabilmente destinare alla sconfitta una nazionale ben poco creativa e forse ancora meno pimpante fisicamente.

Per Conte, mostratosi soddisfatto a fine gara, la sensazione è che ci sia molto ancora da lavorare, sperando anche di recuperare alcuni illustri senatori: intanto, in attesa del test amichevole di Martedì contro l’Inghilterra, al popolo azzurro non resta che ringraziare l’oriundo Eder ed il suo sontuoso lampo nella pioggia bulgara.

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