Edc Nord America: un incubatore di giovani imprese
Lisbeth Wallin ha 26 anni, è originaria di New York e dopo un anno e mezzo trascorso in vari Paesi del Sudamerica come volontaria per alcune opere sociali del movimento dei focolari ha deciso di creare una piccola azienda, Project Lia. In un atelier di 360mq ad Indianapolis, donne con alle spalle un lungo periodo di detenzione imparano a trasformare materiali di scarto in pezzi di arredamento, con tessuti realizzati a mano. L’attività ha abbattuto il rischio di recidiva perché spiega l’ideatrice del progetto “le donne lavorando sugli scarti scoprono anche il valore nascosto di ognuna di loro, che è passata dalla fase dello scarto prima di una nuova possibilità”.
Nick Sanna di Washington è un avviato professionista nel settore della cybersecurity. In una serata informale con amici appassionati al progetto dell’Economia di comunione ascolta la storia di Betsy Garcete e della sua linea di moda per donne in carriera, ma con un particolare dietro le quinte: Betsy grande sostenitrice di immigrate ed ex-detenute vuole mettere a loro servizio le sue conoscenze e abilità sartoriali per renderle protagoniste di un progetto che può garantirgli un lavoro, uno stipendio e un futuro. Nick la aiuta per il piano aziendale, individuano i bisogni di macchinari e di spazi ma raccolgono anche la disponibilità di tanti volontari che offrono liberamente tempo e competenze a questo progetto. Poi ci sarebbero Annie, Sacha, Ed, John, Andy, Jilles, e molti altri che hanno messo in gioco capitali e capacità per nuove imprese dove l’utile e la centralità della persona non fanno a cazzotti, ma vanno a braccetto.
Le storie di questi imprenditori hanno avuto come palcoscenico il convegno annuale dell’Economia di Comunione in Nord America nella cittadella dei Focolari, Mariapolis Luminosa, a pochi chilometri da New York che per la prima volta è stato preceduto da una Summer School con 25 giovani partecipanti. Un’edizione ha visto allargare i confini al Messico e alle Filippine: erano presenti Christian Medina, un imprenditore di vernici e pitture con la moglie Norma Sanchez Mendoza e Tess Ganzon, CEO del , banca rurale specializzata in microcredito. Anche i loro percorsi imprenditoriali hanno dato un respiro universale al progetto lanciato da Chiara Lubich in Brasile nel 1991 e che oggi a 26 anni di distanza è diventato una rete planetaria, i cui nodi sono anche studenti e docenti, presenti in gran numero durante l’appuntamento Nord-americano.
Il discorso di Papa Francesco ai partecipanti al meeting internazionale dell’EdC lo scorso 4 febbraio è stata la bussola di panel, workshop e momenti di scambio pubblico. Accolto dai presenti con profondità ha tracciato anche le linee guida dei prossimi progetti, non solo imprese ma agenti di comunione, capaci di condividere gli utili e le idealità, non schiavi del denaro ma servi di valori etici e spirituali. Il messaggio è stato commentato da Tony Annette della Columbia University che ha aperto uno spaccato anche sui legami con l’enciclica Laudato Sii e da John Gallagher del Maryville College. Due docenti universitari evangelici hanno voluto raccogliere la sfida del papa e così Andy Gustafson del Nebraska ha deciso di presentare l’EdC al meeting dei dirigenti delle scuole di business inserite nelle università gesuitiche che si terrà tra due settimane; mentre Scott Hanson professore presbiteriano e amministratore delegato della non-profit evangelica Team ha voluto sottolineare che “questa esperienza manifesta la stessa presenza di Dio che vedo nella mia chiesa, anzi vorrei che il copyright del discorso del papa fosse nostro, perché è quello che ci serve e vogliamo vivere come presbiteriani”. Gli accademici presenti, anche a seguito di una tavola rotonda sulla responsabilità sociala possibilità di una serie di webinar su Dottrina sociale della Chiesa, Etica ed economia.
Anche i workshop, interattivi e stimolanti, su leadership, comunicazione aziendale, criteri di assunzione del personale, carismi e audience hanno sollecitato confronti molto profondi e produttivi su pratiche di gestione e management. Ne sono emerse sinergie tra i presenti dove ci si scambiava talenti, necessità e competenze e sono nati ulteriori progetti locali a favore di stranieri, migranti, persone fragili con alle spalle un passato di droga o di alcol, senza dimenticare la consulenza e il sostegno a giovani start up innovative. Con grande entusiasmo è stata accolta anche la descrizione dei primi passi del network internazionale di incubatori d’impresa (EoC-IIN) e delle aziende che operano in tutti i continenti secondo lo spirito dell’Edc : tutti si sono sentiti ingaggiati ad offrire idee e competenze per il potenziamento in vista del lancio ufficiale. Per il prossimo anno si lavorerà, in modo comune nel Nord e nel Sud America una scuola dell’EdC panamericana.
Articolo pubblicato sul sito EdC Online http://www.edc-online.org/it/home-it/eventi-internazionali/13358-edc-nord-america-un-incubatore-di-giovani-imprese.html