Ecumenismo: la gioia dell’incontro
Negli anni ’90, su Lo Stradone, un periodico della città di Corato (Bari), il direttore di quella pubblicazione, padre Emilio d’Angelo, e l’allora pastore valdese Piero Santoro portavano avanti un dialogo teologico su Maria, sostenuti da una reciproca e profonda amicizia spirituale. Erano i primi semi di un cammino ecumenico nella nostra città.
Nel 1997 l’ecumenismo spirituale prende poi più concretamente forma, attraverso un dialogo della vita fra la Comunità valdese e la Parrocchia cattolica San Francesco d’Assisi, con l’allora parroco don Nicola Bombini. Prima occasione è la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. Nella sala parrocchiale venne organizzata una conferenza di aggiornamento sull’Assemblea Ecumenica Europea di Graz, tenuta dal noto teologo Paolo Ricca, professore alla Facoltà valdese a Roma. Frutto di questo incontro fu l’invito da parte del Pastore e della sua comunità a partecipare al loro culto domenicale. L’accoglienza fu molto calorosa e fece nascere il desiderio di approfondire la conoscenza reciproca. Nel 2000 poi per volontà del vescovo tutte le parrocchie dell’arcidiocesi furono invitate a costituire la Commissione ecumenismo e dialogo interreligioso. Nella nostra parrocchia fu composta da membri provenienti dai diversi movimenti ecclesiali. L’orientamento era di non puntare tanto sulle attività da svolgere quanto coltivare le relazioni ecumeniche, in un atteggiamento di continua conversione del cuore. Ma il cammino ecumenico ha avuto la possibilità di “infiammarsi” grazie anche alla Giornata Mondiale di Preghiera (GMP) preparata dalle donne che ogni anno si celebra in tutto il mondo il primo venerdì del mese di marzo. Le sorelle valdesi, che per anni a Corato avevano pregato da sole, nel 2004 pensarono di allargare questa bella esperienza alle donne della nostra parrocchia. Così ne ha riferito sul giornalino parrocchiale Antonietta, un’anziana signora alla quale da giovane intimavano di non passare davanti alla chiesa valdese: «L’incontro svoltosi il 5 marzo 2004 nella Chiesa Valdese, tra un gruppo di donne della nostra Comunità parrocchiale e un gruppo di donne della comunità valdese, non è rimasto circoscritto, ma ha portato i suoi frutti, infatti il “dialogo” continua… Ho incontrato Tonia della comunità valdese e molto affettuosamente mi ha invitata a casa sua. Quando mi ha vista è stata un’esplosione di gioia reciproca, proprio come avviene tra vecchi e cari amici, anche se questa era appena la seconda volta che ci incontravamo. Si è instaurato subito un dialogo fraterno tra noi, ci siamo ascoltate a vicenda e nel confronto abbiamo condiviso la nostra esperienza di fede. Ci siamo raccontate come viviamo concretamente la Parola di Dio e in particolare come stiamo vivendo liturgicamente questo momento forte della Passione e Resurrezione di Cristo. Lei, poi, ha voluto condividere con me la gioia di essersi sentita accolta e amata, quando è venuta nella nostra comunità parrocchiale in occasione della celebrazione del battesimo di un suo parente e della celebrazione di un matrimonio interconfessionale». Durante una sua visita pastorale il vescovo, edificato dalla relazione ecumenica con i valdesi, volle lui stesso andare in visita a casa del pastore. Una sorella valdese che ha assistito a quell’incontro, racconta che fu un momento molto forte, inaspettato, e che riempì di gioia il cuore dei presenti. Uno stimolo a camminare con più vigore sulla strada dell’ecumenismo. Dal 2004 dunque la GMP si prepara e si celebra insieme, adattando la liturgia al territorio, e si tessono rapporti d’amore reciproco che resistono a tante difficoltà e ostacoli disseminati sul cammino ecumenico. Ogni volta si sperimenta come il ritrovarsi per vivere questa esperienza che ci unisce ai cristiani di tutto il mondo, sia non un “doveroso incontro” ma la “gioia dell’incontro”. Le prove di canto poi sono un momento unificante. Si scrive nel 2008: «…durante le prove c’è stato un momento bellissimo: dovevamo cantare un inno valdese, con l’alleluia come ritornello. Il canto somigliava musicalmente a uno cattolico, ma differiva solo nell’alleluia che aveva una tonalità diversa. Nell’indecisione su quale versione adottare e pronti a perdere la propria, abbiamo pensato di cantarle entrambe usando le seconde voci: valdesi e cattolici ognuno con la propria tonalità. È venuto fuori un alleluia un po’ difficile da realizzare, ma bellissimo. Dobbiamo il nostro grazie alla fantasia di Dio che riesce a farci nuovi, uniti, più ricchi anche nel canto». Un’altra gioia: il coinvolgimento di bambini e giovani. Quello stesso anno, ad esempio, alcuni bambini valdesi e cattolici illustrarono le caratteristiche culturali e geografiche della Guyana, indossando ognuno i colori della bandiera della nazione e uno l’abito tipico degli indigeni della Guyana. Alcuni ragazzi scout della parrocchia parteciparono alla realizzazione di un aquilone per l’animazione liturgica. Nel 2010 si pensò di allargare questo momento a tutta la città. Non fu semplice “concretizzare” questi momenti d’incontro ecumenico che vedevano coinvolte anche persone appartenenti a diverse parrocchie, associazioni e movimenti: Comunità di sant’Egidio, Rinnovamento nello Spirito, Azione Cattolica, scout. Anche la preparazione fu di per sé una preghiera: chiedere a Dio, sui nostri pochi talenti, di fare lui da regista. Da quell’anno in poi nelle locandine d’invito alla Preghiera non si scrisse più «le sorelle valdesi e cattoliche» ma «le sorelle cristiane ti invitano». Anche sorelle ortodosse sono state invitate a partecipare, pur accettando con difficoltà per gli impegni di lavoro in genere come badanti. Ogni anno, poi, si vive la comunione di beni per aiutare il Paese che ha preparato la liturgia. Un anno ad esempio, si contribuì alla costruzione di pozzi nel Camerun. Insomma un cerchio che si allarga sempre di più. Quest’anno la GMP ha visto la partecipazione e l’animazione dei bambini. I partecipanti sono stati accolti con un fiore bianco di carta all’ingresso. Poi i bambini hanno realizzato dei fantasiosi disegni da inviare ai bambini di Cuba. Erano così felici che non volevano più andar via. Il coro si è arricchito della presenza di alcuni ragazzi del Centro immigranti presente nella città che hanno suonato le percussioni. Una nostra amica rumena-ortodossa che ha preso parte alla realizzazione dei fiori, e adesso, quasi settantenne torna al suo Paese, ha voluto in dono un album con le foto come ricordo della sua partecipazione attiva e dell’accoglienza ricevuta. Marilena Scaringella |