Ecoreati. Prime questioni interpretative

Ilva

L’appuntamento per la festa in onore della battaglia di Legambiente e Libera che hanno raggiunto l’obiettivo dell’inserimento dei delitti contro l’ambiente nel codice penale è fissata per il prossimo 30 giugno a Roma. Ma come in ogni passo avanti faticosamente conquistato contro resistenze non sempre palesi, esiste una nota critica all’interno del mondo ambientalista di cui va data notizia anche per offrire materiale per un maggior approfondimento e interpretazione della nuova norma penale. Infatti il testo dell’articolo 452 – quater del codice penale prevede che «chiunque abusivamente cagiona un disastro ambientale è punito con la reclusione da cinque a quindici anni».

Dal partito dei Verdi, ormai fuori dal Parlamento e difficilmente in grado di rientrarci a breve, dalla storica associazione tarantina “Peacelink” e dal famoso magistrato Gianfranco Amendola, conosciuto per le sue inchieste a tutela dell’ambiente, risulta assai pericoloso e ambiguo l’avverbio “abusivamente” introdotto nel testo dell’articolo. Secondo Amendola   «avremo, così, unico Paese al mondo, il delitto di disastro ambientale “abusivo” e cioè un disastro che può essere punito solo se commesso “abusivamente”. Altrimenti, il fatto non sussiste e l’imputato può essere assolto. È evidente, infatti, che punire solo chi cagiona abusivamente un disastro o un delitto di inquinamento rilevante, significa accettare che possa essere lecito o, addirittura, autorizzato un disastro ambientale (con morti, devastazioni ecc.), che non sia però abusivo”.

Secondo Antonia Battaglia di Peacelink, con questa formulazione giuridica « l’esistenza del delitto ambientale dipenderà, infatti, esclusivamente dalla concessione autorizzativa di tipo amministrativo» e il pensiero corre subito al  processo in corso contro l’ Ilva di Taranto (“Ambiente svenduto”). Addirittura, secondo Battaglia, questa legge «rappresenta un’àncora di salvataggio per i grandi inquinatori e per le lobbies di attività industriali potenzialmente inquinanti» perché «l’Ilva non rispetta, secondo il Gip (giudice indagini preliminari), i dettami contenuti in tale autorizzazione (amministrativa) ma una volta approvata questa legge, essa non potrebbe mai più essere sanzionata poiché il suo inquinamento non sarebbe abusivo». 

Il testo salutato come una grande conquista della società civile e che visto l’adesione di partiti di maggioranza e opposizione, compreso il M5S, secondo questo allarme ripreso e lanciato dal portavoce dei Verdi, Angelo Bonelli, «metterebbe a rischio i processi per disastro ambientale, in corso e futuri, escludendo la possibilità per la magistratura di avviare nuove indagini sui delitti ambientali e di rimettere in discussione impianti inquinanti dotati di autorizzazioni ad operare o produrre». Una questione che, a prescindere dalle diverse opinioni, sarà bene venga risolta anche tramite una interpretazione autentica del legislatore che non lasci spazio ad ambiguità e compromessi.

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons