Ecologica integrale e resistenza al potere totalitario
C’è anche un mistico islamico e un teologo ortodosso, oltre al contributo di tante conferenze episcopali di ogni parte del mondo, nell’enciclica “Laudato Sì’” di papa Francesco, ma l’autore più citato resta Romano Guardini (1885 – 1968).
Il contributo del grande teologo italo – tedesco proviene anche dall’esperienza diretta che ebbe nei confronti di un vasto, controverso, ma ormai poco conosciuto, movimento, molto diffuso in Germania nel periodo antecedente la prima guerra mondiale. Questa realtà, diffusa tra i giovani teutonici del tempo, mostrava una prorompente riscoperta della “Natura” con accenti panteistici neopagani ed è materia di approfondimento per alcuni ricercatori e docenti della facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Teramo.
Una vicenda storica così apparentemente lontana si dimostra, infatti, particolarmente significativa per capire la necessità di una “ecologia integrale”. Come afferma il papa nella sua enciclica, «non ci sono due crisi separate, una ambientale ed un’altra sociale, bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale».
Uscirà a breve un testo, curato dal ricercatore Domenico Palermo, dedicato al rapporto tra i movimenti ecologisti odierni e il “Movimento giovanile tedesco” nato nel 1896 dall’idea del giovane Hermann Hoffmann di organizzare escursioni fuori Berlino con un circolo di giovani studenti di stenografia. Da questo primo gruppo nacquero ufficialmente, nel 1901, i Wandervögel, traducibile come “uccelli vagabondi”, un'associazione giovanile destinata a diffondersi rapidamente in tutta la Germania e nei vicini paesi di lingua tedesca sino a raggiungere circa 60 mila membri attratti da una vita sana e spartana all’aria aperta con uno stile molto fantasioso immortalato dalle prime macchine fotografiche che cominciavano a diffondersi.
Visti con sospetto dagli adulti e dalle autorità riuscirono comunque ad organizzare due momenti pubblici importanti: nel 1913, in un grande raduno di giovani sul monte Meissner, luogo mitico delle fiabe tedesche, e nel 1933, quando si radunarono per cercare di resistere all'ascesa del nazismo, che invece finì per assorbirli nella gioventù hitleriana. Come nota Palermo «essi furono in grado, all’epoca, di unire la critica allo sviluppo industriale e all'inquinamento delle città con il rigetto dei valori borghesi dei loro genitori, che erano stati i sostenitori di una Germania che, come sostenne il primo Thomas Mann, con il progresso e l'impetuoso sviluppo industriale aveva svuotato la nazione della sua anima profondamente legata alla natura e al paganesimo nordico.
Per questo motivo decisero di riprendere pratiche antiche come i bagni di sole ed il nudismo ma anche rifiutando alcol e droghe e riscoprendo il vegetarianismo. Non rifiutarono la guerra ma vi aderirono in modo entusiasta fino a quando, dopo la traumatica sconfitta, ripiegarono verso un modello sociale e politico fondato sull'idea razziale di popolo assieme alla pratica delle prime coltivazioni biologiche.
È in tale contesto che nacquero i Quickborn (“Sorgente di vita”), un movimento giovanile cattolico fondato nel 1909 in Slesia dal prete Bernhard Strehler. Il gruppo raggiunse , dopo la prima guerra mondiale, oltre 6mila ragazzi, di entrambi i sessi, che adattarono il gergo ed il misticismo pagano dei Wandervögel alla religione cattolica, rifacendosi al patrimonio religioso del medioevo, e riscoprendo le canzoni popolari ed i rituali cattolici medievali. Negli anni venti, Romano Guardini divenne una figura decisiva di questo movimento influenzando sia i giovani, cattolici e non, che il mondo adulto laico al di fuori della Chiesa. In questo ambiente si formò Willi Graf che, a soli quindici anni, di fronte all'ascesa del regime nazista, decise di disobbedire organizzando illegalmente, assieme ad altri giovani del Quickborn, l'Ordine Grigio di resistenza al nazismo fino a partecipare, durante la seconda guerra mondiale, alle attività della Rosa Bianca, pagando questa scelta con la condanna a morte assieme ai suoi amici Hans e Sophie Scholl.
L’importanza dell’insegnamento di Guardini si comprende proprio perché, di fronte allo smarrimento della crisi ecologica, «proponeva un nuovo equilibrio responsabile nel rapporto fra uomo e natura, che passi attraverso una guarigione dal fideismo nella tecnica». Un percorso che, secondo la ricerca dell’università di Teramo, ha evitato di arrivare alla contraddizione del Movimento Giovanile Tedesco, come di molte organizzazioni ambientaliste contemporanee, che vedono nell'essere umano la causa del problema e cercano, paradossalmente, «una soluzione nella stessa tecnica che è una delle cause della crisi ecologica».
Al contrario i cosiddetti movimenti del “No!” esprimono una rete a livello internazionale, che, partendo dal locale, «criticano profondamente l'economia sviluppista e capitalista, facendosi promotori consapevoli di un'istanza di cambiamento che punta a rimettere al centro l'essere umano e la sua capacità di utilizzare in modo responsabile la tecnica, salvaguardando l'ambiente ed i territori in cui vivono». Senza questo approccio, confidando solo in strumenti tecnici, si rischia, al contrario, di cadere nella «tentazione di salvare l’umanità tramite una dittatura ecologica».
Allegata ampia intervista sul tema.