Earth Hour. Luci spente per il futuro della Terra
È l’Ora della Terra? Detto così non suona benissimo, ma l’iniziativa di oggi è un messaggio di speranza e non certo un epitaffio per il nostro Pianeta. Earth Hour o l’Ora della Terra è la più grande mobilitazione globale del WWF che, partendo dal gesto simbolico di spegnere le luci per un’ora, coinvolge cittadini, istituzioni e imprese in azioni concrete per dare al mondo un futuro sostenibile e vincere la sfida del cambiamento climatico. Dalla prima edizione del 2007, che ha coinvolto la sola città di Sidney, la grande “ola” di buio si è rapidamente propagata in ogni angolo del Pianeta, lasciando per un’ora al buio piazze, strade e monumenti simbolo come il Colosseo e Piazza Navona a Roma, il Cristo Redentore di Rio, la Torre Eiffel a Parigi, il Ponte sul Bosforo a Istanbul e tanti altri luoghi d’interesse, per ricordare e ricordarci che “un’altra temperatura è possibile” se non vogliamo oltrepassare un punto di non ritorno climatico quanto mai vicino.
L’ora di buio italiana vedrà spegnersi non solo il Colosseo e Piazza Navona, ma anche altri simboli della nostra cultura e storia come la Basilica di San Pietro e Piazza del Campidoglio a Roma, il Castello Sforzesco e Palazzo Marino a Milano, il Palazzo Accursio di Bologna, l’Arena di Verona, e poi Ponte Vecchio, Palazzo Vecchio e la statua del David a Piazzale Michelangelo a Firenze, Piazza San Marco a Venezia, il castello Svevo di Cosenza, la Rocca della Madonna di Tropea e le mura del castello di Monteriggioni e poi la Torre e Piazza dei Miracoli a Pisa fino a Piazza del Campo a Siena. Nella dettagliata mappa “al buio” di questo 2015 non poteva mancare l’Expo Gate a Milano dove sono previste attività di animazione fin dal pomeriggio. Finora sono circa 200 gli "spegnimenti" previsti in Italia e per trascorrere un'Ora della Terra a tema verranno organizzate cene al lume di candela, spettacoli di danza in piazza, attività per i grandi e bambini e serate di sensibilizzazione come a Napoli in Piazza Dante dove il WWF, insieme all’Agenzia Napoletana per l’Energia e l’Ambiente (ANEA), organizzeranno alcuni approfondimenti sull’energia solare con la partecipazione dei ragazzi del Convitto Vittorio Emanuele II.
Per il WWF si tratta di 60 minuti che non possono più aspettare: “il cambiamento climatico evolve molto rapidamente e gli impatti sono sempre più seri e preoccupanti. Nel frattempo le azioni dei Governi a livello nazionale e globale sono troppo lente e poco incisive, non al passo con un rischio che mette a repentaglio la Natura e la civiltà umana. Dobbiamo mobilitarci tutti, fare la nostra parte e pretendere che i Governi assumano la crisi del clima come priorità. Da un mondo basato sui combustibili fossili, è necessario approdare ad uno fondato su risparmio, efficienza e rinnovabili”. A supportare le preoccupazioni del WWF è stata nelle scorse settimane anche la Nasa che sta utilizzando la modalità “12-month moving average” per poter “vedere la marcia del cambiamento di temperatura nel corso del tempo”. Il risultato? “Febbraio 2015 è stato il secondo più caldo da quando si registrano i dati e questo ha reso il periodo marzo 2014 – febbraio 2015 i 12 mesi più caldi della storia”.
Secondo i ricercatori americani quello che stiamo vedendo e vivendo è la prosecuzione del trend del riscaldamento globale che ha reso il 2014 l’anno più caldo mai registrato e secondo il Pacific Northwest National Laboratory del Dipartimento dell’energia Usa, cioè che “dobbiamo aspettarci è una accelerazione del riscaldamento della temperatura della superficie terrestre”. Ma se il 2015 sembra destinato a diventare l’anno più caldo a memoria d'uomo il nostro è ormai un destino già scritto? In realtà non ancora. Proprio in questi giorni abbiamo visto che combattere il cambiamento climatico si può. “Secondo l’Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA), infatti, nel 2014 le emissioni di CO2 sono rimaste stabili, nonostante l’economia, a livello mondiale, sia cresciuta del 3% – ha dichiarato Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia – Dalle prime analisi, pare che questo sia dovuto al minor uso del carbone, il combustibile fossile più inquinante per il clima, per l’ambiente e per gli esseri umani. Questa è la dimostrazione che disaccoppiare economia ed emissioni è una possibilità reale”.
Molto c’è ancora da fare per puntare ad avere un accordo significativo ed efficace nel Summit sul Clima che si terrà a dicembre a Parigi, ma un nuovo protocollo basato sulle indicazioni della comunità scientifica e non sui veti incrociati e gli interessi degli inquinatori è ancora possibile. “La speranza per il clima viene soprattutto dalla società civile, dai governi locali, dalle imprese che lavorano per affermare alternative ai combustibili fossili, una realtà economica ed energetica concreta. L’economia sostenibile e verde è l’unica che oggi resiste alla crisi e che in soli cinque anni potrebbe portare 20 milioni di lavoro in più in Europa” ha concluso la Midulla. Anche per questo quando stasera l’Earth Hour spazierà nei sei continenti e nei ventiquattro fusi orari di tutto il mondo troverà una comunità globale decisa a metterci del suo per cambiare il trend climatico mondiale e lasciare in eredità un mondo che non sia condannato a sciogliersi.
Alessandro Graziadei da Unimondo