E venne il giorno

Questo thriller fantastico del regista indianoamericano M. Night Shyamalan, autore del noto Sesto senso, pur non puntando su temi nuovi, è apprezzabile per la ricerca di riprendere l’invisibile. Tratta del pericolo ecologico. L’autore non ricorre ad accorgimenti convincenti e realistici, bensì a toni insoliti. Mette in scena persone ordinarie prediligendo quelle più sensibili. Tale scelta, insieme allo sforzo di mostrare in modo non impressionante i casi dei numerosi suicidi, indotti da infezione aerea, conferisce al film un andamento abbastanza pacato, con la descrizione di atmosfere, tese e misteriose. E venne il giorno immagina che il mondo vegetale sviluppi una mutazione che lo renda capace di produrre tossine nocive all’uomo, allo scopo di difendersi dal pericolo dei prodotti delle sue attività. Un’ampia zona degli Stati Uniti viene a trovarsi nella situazione del giorno finale. La paura descritta non proviene dalla malvagità di altri uomini, è un turbamento collettivo e indeterminato, che si chiarisce poco alla volta. È le- gato al tradimento di canoni che normalmente alimentano la fiducia nella vita, come il sentirsi in molti, la considerazione delle piante come fonte di ossigeno e la brezza come apportatrice di fresco. Quando proprio cose come queste diventano dei pericoli, il disorientamento è profondo. Bella, perché molto umana, è la scelta dei componenti di una famiglia di restare uniti, di fronte al mortale pericolo. Una favola irreale, e saggia: ricorda le conseguenze imprevedibili alla nostra trascuratezza ecologica. Regia di M. Night Shyamalan; con Mark Wahlberg, Zooey Deschanel, John Leguizamo, Spencer Breslin, Betty Buckley.

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