È tempo di dialogo

È un tempo di odio, di morte, di bugie, di sopraffazione inaudita. Dobbiamo reagire o almeno provarci, dedicando tempo all’altro, al dialogo con il diverso da noi. Un’esperienza di dialogo forse può darci una mano a ritrovare un po’ di luce.

Erano anni che avevo questo desiderio (condiviso anche con un’amica) nel cuore, di fare un viaggio con il solo scopo di incontrare gli amici buddhisti. Soprattutto in questo periodo c’è bisogno di uscire, di andare verso l’altro, il diverso da me, per aprirsi, capirlo, accoglierlo come qualcuno che è dentro di noi. Un’idea ispiratrice è stata quella di andare ad incontrare un monaco buddhista itinerante, Phramaha Ajarn Thongrattanathvorn, affinchè potesse partecipare via Zoom, ad un incontro per i collaboratori di altre religioni organizzato a Rocca di Papa dal Movimento dei Focolari.

La Thailandia, in questo periodo, non è solo calda, è bollente, con temperature, costantemente sopra i 35 gradi, da ormai 2 mesi. Siamo partiti da Bangkok di buon mattino alla volta della provincia di Khamphenphet, nel centro-nord del paese, sulla strada per Chiang Mai, per incontrare Luce Ardente, come viene amichevolmente chiamato Phramaha Ajarn. La prima scintilla per il dialogo è fare un passo, anche di 400 km, verso l’altro. Luce Ardente è stato felice di questo nostro lungo passo e ci ha accolto con grande amorevolezza e compassione. La sera, all’appuntamento Zoom, hanno partecipato un centinaio di rappresentanti di diverse religioni ed anche un ex monaco, che ha appena lasciato la vita monastica. Luce Ardente ha commentato entusiasta dopo aver ascoltato le parole dell’ex monaco: «Il suo cuore è ancora di un monaco: ha fatto meglio stasera che di quando era in monastero». Anche noi sentiamo di non voler abbandonare nessuno, e di dare un’occasione a ciascuno di stare nella nostra casa del dialogo.

Dopo l’incontro interreligioso via Zoom, ci siamo diretti alla volta di Chiang Mai, dove abbiamo potuto incontrare Phra Ajarn Sagna, nel suo bel tempio immerso nella foresta: Wat Phahalart. Un incontro pieno di semplicità e di luce, di comunione cordiale. Siamo ripartiti col senso di essere stati penetrati da una luce intensa, che traspariva da tutto, anche dalle mura, dalle canne di bambù, dalle statue. Un’esperienza che ha risanato il mio cuore, donandomi nuova pace. Dopo questo momento molto bello, siamo andati insieme a fare visita a Phra Ajarn Suphan, responsabile del famoso tempio di Wat Rampoeng, un centro di meditazione vipassana. Ci ha ricevuto con tanto calore e amicizia, prodigandosi concretamente affinchè potessimo incontrare il nuovo responsabile del tempio di Wat Phrathatsirichomthongvoraviharn, dove il Gran Maestro Ajahn Thong ha vissuto gli ultimi anni della sua vita. Phra Dr. Suwanmethi, il nuovo responsabile del tempio, ci ha detto che è disposto a continuare la collaborazione con noi, sulle orme di Ajahn Thong.

Il nostro viaggio è proseguito visitando l’Università Mahachulalongkorn Ratchavitthalay, nella cittadina di Lampoon che dista da Chiangmai circa 45 minuti di auto, dove si trovano due monaci che erano a Loppiano in occasione della visita di Papa Francesco, del 2018. Ed ancora siamo arrivati a Chiang Rai, a 3 ore da Chiang Mai, dove sono presenti molti laici buddhisti impegnati nel dialogo interreligioso della vita, dell’azione concreta. Persone come Santi Wongyai, buddhista, diffusore della “regola d’oro” tra gli studenti delle scuole statali, o come Mae On Nok, che insegna in campagna a molti studenti poveri. Abbiamo rivisto Phra Ajarn Sommai, responsabile del tempio di Khiawphraw e grande amico nostro oltre che di Luce Ardente.

Una nostra grande amica, Metta Tom Tem, che si è laureata a Sophia, a Loppiano, ci ha accompagnati al tempio Wat Nong O ad incontrare Phrakhru Wisanbunsathit, un monaco importante che aveva partecipato ad un Simposio buddhista-cristiano a Roma, nel 2012.

Mentre parlavamo con Phra Sommai, lui ha ricevuto una chiamata da Phra Ajarn Suchart. Tra i due monaci c’è un rapporto fraterno e Phra Suchart gli ha chiesto il numero di conto bancario per mandargli un aiuto per le spese che dovrà sostenere per le prossime ordinazioni di monaci, che avverranno fra poco. Sono rimasto impressionato nel vedere i monaci aiutarsi fraternamente e condividere il poco che possiedono.

Prima di far ritorno a Bangkok, dopo 11 giorni in giro per le colline del nord della Thailandia incontrando questa bella gente, è venuto fuori il progetto di preparare un prossimo incontro solo per buddhisti, per studiare e cercare di mettere in pratica la dottrina spirituale di Chiara Lubich anche del dialogo con la natura, così maltrattata nel mondo intero dall’inquinamento e dalle guerre.

«È solo passando attraverso il buio che si arriva alla luce», diceva Chiara Lubich. E noi oggi vogliamo diventare insieme (buddhisti, cristiani, tutti) capaci di uscire dal buio e credere alla luce, al di là di quel muro che si chiama odio, guerra, per costruire la pace. 

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