È possibile essere felici?
Il primo giorno della mia vita non è un film pesante, filosofico, ottimista al cento per cento come, poniamo, La vita è meravigliosa. Anche se in qualche modo fa pensare al film di Frank Capra con l’angelo che convince James Stewart a non suicidarsi.
Qui ci sono quattro persone decise a farlo ed uno – un intrattenitore che promette al pubblico la felicità che non ha (Valerio Mastandrea, forse allusione ai venditori televisivi di ottimismo, infelici nella vita reale) – che l’ha già fatto. Ci sono poi due donne, una poliziotta (Margherita Buy, perfetta), una atleta finita in carrozzina (Sara Serraiocco) ed un ragazzino ipernutrito dal padre per far soldi (Gabriele Cristini): tutti sul punto di farla finita. Ciascuno ha i suoi motivi: la poliziotta perché scopre che il marito la tradisce, l’ex atleta senza speranze, il ragazzino che non si cura per morire e si sente incompreso dai genitori, specie il padre.
Una sera di pioggia incontrano uno strano personaggio (Toni Servillo) che non si sa se sia vivo o di un altro mondo che li porta in macchina ad alloggiare in un hotel: sono invisibili e quindi sono già morti o stanno per morire? Questo dubbio sottile attraversa il film e fa bene al racconto.
I quattro durante la settimana scoprono come sarebbe la vita di chi hanno lasciato, senza di loro. Tornano sogni, desideri, speranze in mezzo a paure, angosce, frustrazioni e nostalgie. Viviamo un tempo difficile di pestilenze e guerre, di un non-senso del vivere, di solitudine, di incapacità di esprimere i sentimenti: a cosa serve continuare a vivere, piccoli o grandi che siamo? Il misterioso personaggio accompagna il gruppo lungo le strade della loro vita possibile a scoprire emozioni nascoste, disagi ma anche amore. E dà loro la possibilità di ricominciare, se vogliono, di tornare nel mondo come fosse il primo giorno della nuova vita: la prima, quella più vera. Tutti accettano, meno uno: esiste infatti il “libero arbitrio”.
Genovese firma il suo film forse più bello, intenso – tratto dal suo romanzo –, ricco di dialoghi serrati e sintetici, con domande fondamentali sulla felicità, sul dopo-vita, che sembrano buttate lì a caso e invece restano impresse per la loro icastica verità. Aiutato da un cast in stato di grazia, il racconto non ha un attimo di freno, senza esser troppo rapido, è si direbbe “naturale”. Roma, la Roma della pandemia dai cieli indefinibili, dalle strade deserte, dalle notti piovose e sole, dalla gente stanca – trasmette una senso di malinconia, ed è un altro personaggio: il “luogo”– ma non è solo un luogo, è una dimensione esistenziale – dove si svolge questa settimana decisiva: si può vivere o morire, la felicità è possibile o meno, c’è speranza. Se vogliamo.
Elegante formalmente, ricercato, sottile e mai pesante, con una trama ben costruita, il film sul senso della vita penetra nello spettatore con calma, a poco a poco, e lo coinvolge. Da non perdere.
Anteprima:
Asterix & Obelix
Il regno di mezzo è il sottotitolo del gustoso film di Guillaume Canet che vede i due amici gallici questa volta in Cina, dove l’imperatrice vedova è in lotta contro i pretendenti della figlia che i due fanno fuggire. C’è anche Giulio Cesare, abbandonato dalla bizzosa Cleopatra, accorso per la gloria in aiuto dei ribelli: lo scontro con le armate legittime è inevitabile come l’aiuto della pozione magica, un po’ troppo forte stavolta. Tra duelli, corse, pirati, e battute esilaranti dove si prede in giro un po’ tutto il nostro mondo mediatico, si sorride sull’avventura possibile-impossibile (ma non alla fantasia) filtrata dall’intelligenza ironica francese.
La bellezza del film, a parte la brevità – apprezzabile ora che i film tendono a lunghezze esasperanti – sta nella bravura degli attori, anche Vincent Cassel in un inglorioso Cesare, nella vivacità delle scene e in una visione godibilissima del vivere, anche quando Asterix vuole imporre ad Obelix la dieta vegetariana o quando il gigante si innamora della guerriera cinese e Asterix della principessa, che però preferisce un biondino nascosto da una maschera di bambù (non la maschera di ferro della saga francese). Spiritoso, divertente, gioioso. Per rilassarsi. Esce il 2 febbraio.
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