È morta Delia Bonuomo, Ventimiglia piange la scomparsa di “Mamma Africa”

La barista aveva dedicato tanto amore ed impegno nell'accoglienza dei migranti che passano per Ventimiglia alla ricerca di un futuro migliore in Europa.
Delia Bonuomo del Bar Hobbit di Ventimiglia, impegnata nell'accoglienza dei migranti. Foto di Silvano Gianti

«Tutti abbiamo diritto a un futuro migliore. Se i residenti dicessero a questi ragazzi anche solo “buongiorno”, basterebbe già quello a cambiare le cose». Sono parole di  Delia Bonuomo, di Ventimiglia, mancata ieri all’età di 61 anni, meglio conosciuta come “mamma Africa” per la cura concreta di tanti migranti che sono transitati dal suo bar Hobbit di Via Hambury sin dall’inizio, nel 2015, del fenomeno che ha interessato la città di confine del ponente ligure.

Delia è stata ascolto, attenzione, accoglienza, cura, concretezza oltre ogni limite, amore senza misura, fedeltà, mancanza di pregiudizi di qualsiasi tipo, ma anche coraggio e capacità di farsi rispettare da chi la insultava e la minacciava.

I locali del suo bar hanno ospitato donne in gravidanza o con lattanti, visite mediche per quanti ne avevano bisogno dopo viaggi e maltrattamenti di ogni genere, cibo e bevande per quanti, affamati ed assetati, si apprestavano a tentare la sorte incerta dell’attraversamento della frontiera, cellulari da ricaricare per mantenere i contatti con le famiglie di origine.

Delia ha dovuto chiudere il bar perché non poteva più andare avanti, ma ha lasciato un segno indelebile come autentica docente di umanità.

Di lei potremmo ripetere le parole del Vangelo di Matteo: “…Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato…”.

Alla giornalista di Città Nuova Candela Copparoni che l’aveva intervistata per un’inchiesta su Ventimiglia aveva detto: «Devo ringraziare a vita i miei ragazzi, che mi hanno lasciato un’eredità immensa: ho conosciuto persone meravigliose che ragionano ancora con il cuore; è quel legame che unisce le persone che fanno del bene. Ho ricevuto tanto amore, e questo ha ripagato la mia sofferenza emotiva».

Per conoscere meglio Delia Buonuomo e il suo impegno leggi anche:

Forza Delia di Silvano Gianti

Delia e i suoi ragazzi migranti di Silvano Gianti

 

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