E’ magnifica
Maria, la mamma di Gesù, seduta davanti alla sua casa di Nazareth, guardava il sole tramontare dietro la montagna azzurra. I raggi giocavano a nascondino con le palme che dondolavano, seguendo il ritmo della brezza. Cosa le aveva detto pochi giorni prima l’Arcangelo Gabriele? Maria continuava a ripensare alle sue parole: sarebbe diventata la mamma di un bambino chiamato Gesu. Che batticuore! Non era certo una faccenda da poco, diventare la madre di un fanciullo così importante. Ma le ritornava in mente anche quell’altro segreto svelato: sua cugina Elisabetta sarebbe diventata mamma! Evviva! Anche questa era una notizia straordinariamente bella. Avrei voluto tanto un bambino… – le ripeteva spesso -, ma non è arrivato, sia fatta la volontà di Dio!. E a Maria dispiaceva di vederla così delusa… Era così buona Elisabetta, che avrebbe proprio meritato quel dono. Ma ora il suo sogno si stava avverando e senz’altro avrebbe avuto bisogno di un aiuto. Maria così, senza telefonare o mandare e.mail, perché a quel tempo non esisteva niente di tutto questo, decise di raggiungere la cugina incinta. Vuoi fare un viaggio così difficile? Aveva obiettato preoccupato Giuseppe. Sì, partirò domani mattina. Starò con lei finché nascerà il bambino e ci faremo buona compagnia. All’alba partì, dopo che la vecchia madre le ebbe sussurrato, come avrebbe fatto qualsiasi mamma, anche ai nostri giorni: Stai attenta, ti prego, non ti affaticare e salutami tanto Elisabetta…. Sì, non state in pensiero per me! aveva detto loro Maria, con il suo chiaro sorriso, mentre i lunghi capelli sfuggivano dal velo che si era appena calata sul capo. Si fece aiutare a salire sull’asinello e quando gli allungò una carezza sul collo, l’animale zoccolò allegramente verso la montagna in tutta fretta. La cittadina di Elisabetta dista a soli sei chilometri da Gerusalemme. Quando Maria bussò alla porta, vennero ad aprirle e sentì un coro di voci: È arrivata Maria, è arrivata Maria, chiamate Elisabetta!. Lei non si aspettava certo una accoglienza così festosa e dimenticò subito la fatica del viaggio. Elisabetta arrivò camminando pian piano, per via del pancione, ma si vedeva che avrebbe voluto correre ed abbracciare la cugina Maria. Maria! disse solo, con un gran sor-riso. Ma ecco all’improvviso lo stupore si dipinse sul suo viso e una commozione profonda le illuminò gli occhi, che divennero luminosi come due stelle in un cielo sereno. Elisabetta, ti senti forse poco bene? chiese un po’ allarmata Maria, vedendo che la cugina portava una mano sul cuore. Ma lei così rispose: Oh, Maria, benedetta fra tutte le donne! Quale onore per me averti qui e salutare la madre del mio Signore!. Come fai a sapere che aspetto il Figlio di Dio? chiese sottovoce Maria. Vedi, appena tu mi hai salutato il mio bambino ha fatto una gran capriola e io l’ho avvertito chiaramente: anche lui ha riconosciuto la madre del Figlio di Dio. Allora Maria, piena di gioia, esultò: È magnifico ciò che fa il Signore! Anche i bambini non ancora nati possono distinguere nel grembo della loro madre lo splendore della creazione, riconoscere le nostre voci e percepire le nostre carezze!. E continuò lodando Dio e tutte le cose belle che aveva fatto per gli uomini più deboli… Ha colmato di beni gli affamati e ha rimandato a mani vuote i ricchi, ha soccorso il suo popolo come aveva promesso ai nostri padri…. Poi però lo sguardo di Maria sfiorò la casa di Elisabetta: visto che c’era da fare, accompagnò la cugina a sedersi presso la cesta del cucito e lei si mise a riordinare le ciotole del pasto appena consumato. Cosa fai, Maria? No, no devi riposarti dopo il viaggio… protestò Elisabetta. Oh, no, mi sento piena di forza.Tu piuttosto, continua il tuo lavoro: stai preparando una camiciola per il piccolo che nascerà? Dovrai insegnarmi come fare perché è molto bella. Nessuna delle due donne si era accorta che un Angelo del Signore, accovacciato sul nudo pavimento, sorrideva divertito. Così, immagino, iniziò la visita di Maria a Santa Elisabetta, che la ospitò fino alla nascita di Giovanni, poi detto il Battista, cugino di Gesù. Chissà quali erano i loro giochi preferiti quando le loro mamme si scambiavano qualche visita e li vedevano crescere in sapienza e bontà!