È l’anno di Klimt
Vienna inizia a festeggiare i 150 anni dalla nascita del celebre artista, con ben otto rassegne a lui dedicate aperte fino al prossimo settembre
Si avvicina il 2012. Saranno 150 anni dalla nascita di Gustav Klimt, lo straordinario interprete della Vienna degli anni antecedenti la prima guerra mondiale. La capitale austriaca si prepara con ben otto rassegne dedicate al maestro, aperte tra il Kunsthistorisches Museum, l’Albertina, il Wien Museum, il Leopold Museum, la Kunstlerhaus e così via, da oggi fino a settembre 2012.
Disegni, affreschi, dipinti, il mondo del pittore, delle sue amicizie e di una vita intensissima, parlano ancora al nostro tempo.
L’epoca di passaggio tra la fine della civiltà romantica e l’inizio di una contemporaneità dai contorni non più netti è raffigurato da Klimt con assoluta coerenza. Chi guardi le sue opere – tele e affreschi, fra cui il celebre Il bacio, diventato con la tela omonima di Hayez la sigla moderna dell’amore –, noterà come il fondatore della “Secessione” abbia aperto la via a tanti autori del Novecento – Kokoska, Schiele, Egon, solo per citarne alcuni. La sua arte “floreale”, iperdecorativa, carnosa e carnale, dissonante tuttavia nelle forme e nei contenuti, si allinea con la musica di Schonberg e Berg, con le amarezze ipertrofiche di Mahler, ma anche con le suggestioni da Oscar Wilde da parte di Richard Strauss. È un mondo da cui deriva tanta parte dell’immaginario figurativo musicale e letterario del nostro tempo.
Vale la pena un viaggio a Vienna per mostre già aperte, come quella al Belvedere che racchiude le opere più famose di Gustav. Sarà una immersione nel mondo dell’incanto “maledetto”, della ricerca di una bellezza “altra”, di una perfezione formale che raggiunge l’estetismo, e di un incantesimo della vita, che forse è l’ultimo del Novecento.
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